Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tumore alla prostata, gli esperti a Cronache siciliane: nuovo test per la diagnosi

Arriverà negli ospedali di Palermo un nuovo test per la diagnosi di tumore alla prostata denominato “Ixip”. Il test viene eseguito dal centro prelievi su un campione di sangue. L’esito fornisce al medico l’indice di probabilità di tumore alla prostata ancor prima di eseguire la biopsia prostatica, evitando quindi al paziente di essere sottoposto a un esame invasivo. Lo ha annunciato il direttore di Urologia all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, Danilo Di Trapani, intervistato ai microfoni di Cronache siciliane (Qui la puntata integrale), puntata dedicata alla salute, in onda su Tgs dal titolo “Le nuove frontiere nella lotta ai tumori. Dall'immunoterapia alle analisi di laboratorio innovative che consentono di migliorare le cure contro il cancro”.

Nuove frontiere dell’immunologia per la lotta ai tumori

Nel corso della trasmissione il responsabile di Immunoallergologia dell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, Ignazio Brusca, ha spiegato come ci sono nuove frontiere dell’immunoterapia. “Il nostro sistema immune che ci difende anche dalle cellule tumorali. Purtroppo i tumori hanno sviluppato strategie di elusione. Il tumore riesce a sfuggire con due strategie. La prima riguarda la produzione di proteine che hanno frenano il sistema immune. La seconda strategia del tumore è quella di agire  direttamente sulle cellule del sistema immune, che hanno sulla loro superficie dei recettori che se pigiati bloccano la risposta. Oggi ci sono due farmaci che bloccano la proteina e potenziano la risposta del sistema immune o bloccano l’interazione tra cellula tumorale e cellula della risposta immune, impedendo che la cellula della risposta immune venga spenta”.

Queste recenti scoperte sono state fatte dall’americano James P. Allison e al giapponese Tasuku Honjo  che hanno ricevuto il premio Nobel per la Medicina 2018 per i loro studi immunologici che hanno portato a nuovi sviluppi per la cura del tumore.

Il 2018 per l’immunologia dei tumori è stato un anno importante. “Pochi mesi fa l’Ema (agenzia europea per i medicinali) ha approvato due nuove terapie per la cura dei tumori che di solito sfuggono alla prevenzione. La terapia è la ‘Car- T’ che permette l’infusione di cellule modificate che vanno ad aggredire direttamente il tumore – continua Brusca - Questa terapia è molto costosa ed ha anche effetti collaterali. Questa terapia è molto importante per aggredire alcune neoplasie del sangue come leucemie e linfomi, che in altri casi non sarebbero stati curati e debellati”

Il direttore del reparto Oncologia dell’ospedale Civico, Livio Blasi, ha spiegato nel corso della trasmissione Cronache siciliane che l’immunoterapia è importante per la lotta ai tumori. “Il melanoma era una malattia fino a qualche anno fa mortale oggi riusciamo a cronicizzare questa malattia. Abbiamo delle curve di sopravvivenza dei pazienti molto elevate che fanno vedere quanto l’ immunoterapia sia veramente importante.  Oggi possiamo dire ai nostri pazienti che hanno la possibilità di guarire a otto anni di distanza dall’inizio della terapia. Anche per le patologie tumorali che riguardano i polmoni e la vescica l’immunoterapia può diventare importante”.

La prevenzione è una delle armi più importati contro il cancro

“La tendenza è quella di un incremento delle neoplasie ma è migliorata la sopravvivenza. Anche il tasso di mortalità si è ridotto. In Sicilia abbiamo un tasso di mortalità migliore rispetto alle altre regioni d’Italia del Nord – spiega il dottore Blasi - Questo è probabilmente dovuto ai nostri stili di vita come la nostra dieta e siamo meno propensi a fumare. Molte più persone rispetto al passato in Sicilia effettuano gli screening per il tumore alla mammella, per il tumore del colon retto e quello alla cervice uterina. Questi sono i tre screening che permettono di trovare i pazienti con forme di tumore nella fase iniziale e così si può ottenere una guarigione completa. Ormai con il tumore alla mammella l’80% dei pazienti ormai guarisce.
Lo screening lo devono effettuare tutte le donne dai 50 anni in su e se ci sono dei fattori di rischio in famiglia si devono fare controlli anche a 40 anni. Per il tumore del colon un’attenzione massima deve essere posta se si trova nei pazienti del sangue occulto nelle feci. Per il tumore alla cervice uterina tra qualche anno potremo dimenticarlo perché ci sono le vaccinazioni. Noi dobbiamo vaccinare le ragazzine e i ragazzini”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia