Sabato 23 Novembre 2024

I massoni di Palermo aprono le porte dei loro "templi": viaggio fra simboli e storia - Video

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PALERMO. Per la prima volta e per un solo giorno all’anno il Grande Oriente d’Italia apre le porte dei suoi templi al pubblico. Ieri i massoni siciliani (sono circa 2300 ndr.) hanno aperto le porte dei locali di piazzetta Speciale 9, a Palermo, in occasione del giorno della fierezza massonica. Saranno aperte al pubblico anche le Case Massoniche di Catania, Ragusa, Siracusa, Enna, Sciacca, Campobello di Mazara. L’evento voluto dal Gran Maestro Stefano Bisi, esattamente un anno dopo la perquisizione e il sequestro degli elenchi con il nome dei Fratelli della Calabria e della Sicilia da parte dei finanzieri dello Scico per la Commissione Antimafia nella sede del Vascello, a Roma. «Un’occasione per comunicare la bellezza della nostra plurisecolare opera per l’elevazione dell’Uomo e per il Bene dell’Umanità», ha detto il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi. Ed è per questo che la Sicilia seguendo l’esempio delle altre sedi massoniche sparse in Italia. Il programma prevede visite guidate ogni mezz’ora all’interno di due dei templi della Casa massonica siciliana con la spiegazione dei simboli e alcuni cenni storici sulla Massoneria. Il tutto all’interno di un vecchio palazzo nobiliare in stile cinquecentesco, ma con una struttura originaria tardo medievale. Dall’analisi della Commissione Antimafia sugli elenchi sequestrati è emerso che «in 27 anni su oltre undicimila iscritti al Grande Oriente d’Italia (inclusi bussanti, espulsi e sospesi), 122 sarebbero rimasti coinvolti, ma non si precisa con quale imputazione, in processi avente per oggetto reati di mafia – scrive il Gran Maestro Stefano Bisi nel libro “Massofobia: l’antimafia dell’inquisizione”, edizioni Tipheret– ma che la gran parte di essi è stato prosciolto o assolto. In sei sarebbero stati condannati (due di questi bussanti, cioè hanno chiesto di entrare nell’Istituzione ma sono stati lasciati alla porta; uno è stato sospeso e un altro depennato già nel 2005 perché iscrittosi a un’altra comunione massonica). Numeri irrilevanti […]». immagini di Marco Gullà

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