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Musica, Bersani dal palco: giù i telefoni, guardiamoci

I
sentimenti più privati, ma anche la vigliaccheria sui social
network, la tv del dolore che chiede l'autografo agli assassini,
l'amarezza per lo "Stivale ridotto ad una pantofola": Samuele
Bersani a Roma scalda e coinvolge l'Auditorium della
Conciliazione, accompagnato dalla sua band, su una scenografia
elegante ed essenziale con un cielo stellato sullo sfondo.
A pochi minuti dall'inizio del concerto, aperto sulle note di
"Complimenti", l'artista si carica il leggio sulla spalla e lo
piazza in un corridoio della platea, per cantare in mezzo alla
gente l'ispiratissima "En e Xanax", scritta esattamente un anno
fa e contenuta nell'ultimo album "Nuvola numero nove". Un gesto
che si ripete più volte, tra gli applausi del pubblico, i flash
e le lucette rosse degli smartphone che riprendono e registrano
la scena.
«Mi piace di più quando ci guardiamo negli occhi - è il
rimprovero amorevole di Bersani ai suoi fan - senza telefonini
che filtrano le emozioni. Mi piace chi le vive senza bisogno di
rivedere la scena da casa». Poi una riflessione: «Siamo
diventati dei grandissimi cinici. Aspettiamo che qualcosa di
brutto capiti a qualcun altro non più per cambiare canale ma per
guardare e giudicare, anche sui social network, non siamo più
abituati all'incontro». E poi un pensiero alle radio, alcune
delle quali - dice - «passano sempre e solo "Spaccacuore" come
se negli ultimi vent'anni non avessi scritto altro. A volte -
confessa - questa canzone non la reggo». Un tuffo nel passato
con "Il mostro", scritta a soli 19 anni e riproposta pianoforte
e voce da solo, senza la band.
Su "Giudizi universali", Samuele rivela che il suo staff sta
registrando il concerto per un album live di prossima uscita.
Invita allora simpaticamente il pubblico a non sbagliare le
parole: «Il testo è "Potrei, ma no voglio, fidarmi di te" e non
"vorrei, ma non posso"...». Per un cantautore attento e
raffinato come Bersani, le parole hanno un grande peso. Per
questo recita, prima di cantarlo, il testo della nuova "Reazione
umana". Dopo circa due ore di concerto, con pezzi in scaletta
come "Replay", "Un pallone", "Freak" e "Coccodrilli", è il
momento dei bis con "Chiedimi se sono felice" e "Il re muore".
Il pubblico invoca a gran voce una delle nuove canzoni,
"Desiree". Bersani non sa dire di no, la band si presta ad
improvvisare, parte, poi si interrompe, ricomincia. Gran finale
su "Chicco e spillo", canzone-polaroid tra le più fortunate di
Bersani.

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