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Jesus Christ Superstar, 40 anni fa il film che divenne un cult

Nel 1970 Jesus Christ Superstar era
solo un doppio album (si poteva anche considerarlo un concept,
come si usava allora), suonato da una super band con alcuni dei
migliori musicisti della scena rock inglese e Ian Gillan, il
cantante dei Deep Purple, che interpretava Gesù Cristo. Andrew
Lloyd Webber aveva 22 anni, Tim Rice 26 e i loro nomi non
dicevano moltissimo.
Due anni dopo il musical spopola nel West End e comincia a
girare il mondo. Nel 1973 Norman Jewison dirige un film che
definisce i canoni del cinema musicale, dà la forma definitiva
alla messa in scena di uno spettacolo che non è solo uno dei
più clamorosi successi della storia del musical, ma l'ha
cambiata per sempre. Ora che si celebrano i 40 anni del film -
per l'occasione la Universal ha realizzato la prima edizione
Blu-ray, disponibile da mercoledì 22 maggio - viene da ridere
se si pensa alle polemiche che generò all'epoca, in tutto
simili, per intensità, a quelle suscitate anni dopo da titoli
come "L'ultima tentazione di Cristo" o "La passione di Cristo".
Negli anni '70 si partiva già dallo choc per l'accostamento
del Vangelo con il rock'n'roll, la musica del peccato. Poi un
film con un'estetica hippy, un Cristo di una bellezza
abbagliante ma più uomo che Dio, Giuda nero, Ponzio Pilato uomo
tormentato, Caifa organizzatore di trame e una Maria Maddalena
dal fascino teneramente esotico e in grande intimità con Gesù
erano elementi potenzialmente esplosivi, soprattutto se messi a
contatto con il rock. Anche allora, come oggi, si gridò molto.
Poi tutti si resero conto che Jesus Christ Superstar era
semplicemente un capolavoro.

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