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Ristori, i proprietari dei bus turistici protestano a Roma: "Il governo ci aiuti sul serio"

Trecento operatori di noleggio autobus turistici con 100 bus al seguito si sono radunati stamani a Roma e una grossa delegazione è già sotto il Ministero delle Finanze (dove nonostante la crisi di governo si redigerà il nuovo Dl Ristori). Il gruppo di imprenditori chiede di essere inserito nel nuovo decreto con “aiuti cospicui e congrui al fermo lavorativo in atto dal 23 febbraio 2020 dell’intero comparto”.

“Siamo qui pronti a firmare la resa – ha detto in prima battuta il presidente dell’Associazione Bus Turistici 2020 Maurizio Reginella – le nostre aziende sono chiuse dal 23 febbraio, cioè da quando con un dpcm sono state vietate le gite scolastiche, e da allora non abbiamo fatto un girono di lavoro (ad eccezione di qualche trasferimento clienti presso gli aeroporti nel mese di Agosto)”. Nonostante la chiusura totale la categoria infatti non è mai stata riconosciuta come danneggiata economicamente delle misure anti-covid, e in 11 mesi ha ottenuto gli stessi aiuti erogati ha chi ha avuto un fermo produttivo di 30 giorni.

“Io rappresento la delegazione siciliana - ha poi spiegato Reginella – siamo partiti in più di 100 operatori del settore e 20 bus con una spesa di almeno 20.000 euro, abbiamo viaggiato tutta la notte per essere qui pronti questa mattina a farci vedere dal mondo della politica che ha deciso di andare in subbuglio nel momento meno opportuno per noi cittadini e imprenditori”.

Il settore bus turistico racchiude oltre 25 mila bus circolanti con un fatturato che supera i due miliardi e mezzo. Da una stima fornita da ISFORT si parala di 30 mila dipendenti che prima della pandemia lavoravano con contratto stabile nel settore. Oggi la categoria chiede ristori adeguati per evitare la chiusura e la perdita dei posti di lavoro.

Solo per fare un esempio, mentre per i bus scoperti che fatturano 30 milioni di euro all’anno sono stati stanziati 40 milioni di euro per i bus di gran turismo solo 50 milioni a fronte di un fatturato che supera di gran lunga i due miliardi e mezzo. La delegazione ha portato con se un documento - che spera in giornata di consegnare al ministero - in cui chiede: fondo perduto calcolato sulle reali perdite di fatturato nell’intero anno; credito di imposta, che compensi la svalutazione del parco mezzi; piano rimborso della quota interessi sulla sospensione dei mutui.

Un’apertura per un incontro è stato data dal senatore Alessandro Alfieri e dal vice ministro alle Finanze Antonio Misiani che si sono impegnata ad accogliere una delegazione dei manifestanti.

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