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Fondi europei, Ferreira: "L'Italia utilizzi al meglio queste risorse"

L’Italia continua ad avere una capacità molto limitata di assorbire i fondi europei a disposizione. Negli ultimi sette anni, la spesa per i progetti andati in porto non supera il 40% delle risorse assegnate al nostro Paese. A livello europeo è stato invece speso il 47% dei 640 miliardi di euro disponibili per tutti gli Stati membri. Finlandia (77%), Irlanda (69%) e Lussemburgo (68%) si sono dimostrati i più virtuosi. Peggio dell’Italia, soltanto Grecia (38%), Slovacchia (38%) e Spagna (35%).

"L’Italia ha per tradizione un certo ritardo" nella spesa ma la speranza è che recuperi da qui al 2023, spiega la commissaria europea alla Coesione Elisa Ferreira. Infatti, in base alle regole Ue ci sono ancora tre anni per smaltire le risorse assegnate ed evitare il rischio di perdere quelle non utilizzate. "Le questioni urgenti riguardano la Pubblica amministrazione, la qualità nella gestione dei fondi, la governance e la stabilità circa i progetti da realizzare", evidenzia Ferreira, spiegando che questi ambiti "sono motivo di preoccupazione, ma quando si capisce dov’è il problema, metà della soluzione è già trovata".

Nei prossimi sette anni, con il Recovery fund e il nuovo bilancio Ue, l’Italia riceverà in fondi europei una cifra tre volte superiore a quella precedente. "Stiamo definendo il futuro dei nostri figli e nipoti. Quindi è assolutamente essenziale che utilizziamo al meglio queste risorse", ammonisce Ferreira, che indica l’efficienza della produzione, la congestione nelle aree urbane e la valorizzazione di città, cultura e paesaggio come le priorità su cui puntare.

 

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