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Addio al soprano Daniela Dessi. Il compagno: la più grande degli ultimi 20 anni - Video

ROMA. A soli 59 anni, è morta al Poliambulanza di Brescia il soprano Daniela Dessì. Lo ha annunciato il tenore Fabio Armiliato, compagno di vita dal 2000. "Una malattia breve, terribile e incomprensibile me l'ha portata via in questi mesi - ha detto Armiliato - se ne è andata la più grande cantante lirica degli ultimi 20 anni", ha aggiunto commosso.

Tante e prestigiose le collaborazioni internazionali dell'artista, nata a Genova ma da tempo residente sul lago di Garda. Innumerevoli le interpretazioni, tra cui quelle delle eroine verdiane e pucciniane, e le collaborazioni con i più grandi teatri, dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York, alla Deutsche Oper di Berlino.

La Scala di Milano "si stringe con affetto intorno alla famiglia" di Daniela Dessì (nel video una sua interpretazione in Così fan tutte). La notizia della scomparsa della cantante lirica, si legge in una nota diffusa dal teatro milanese, "suscita profonda commozione in tutti coloro che amano l'opera, e in particolare in chi ha lavorato con lei".

In quasi 30 anni di presenze al Teatro alla Scala, si legge nel comunicato, "Daniela Dessì ha presentato un vasto repertorio che, seguendo la naturale evoluzione della sua voce, ha spaziato da Rossini e Mozart a Verdi, Puccini e al Verismo, forte di una tecnica solidissima che insieme al forte temperamento e ad una rara sensibilità interpretativa l'ha collocata tra le figure di spicco del panorama operistico internazionale".

La sua Fiordiligi in Così fan tutte e i suoi ruoli verdiani con Riccardo Muti (Alice Ford, Elisabetta di Valois, Messa da Requiem) e le sue interpretazioni di Puccini e Cilea "restano tra le pagini indimenticabili della storia scaligera degli ultimi decenni". È significativo, infine, spiega ancora la Scala, "che il premio Abbiati della Critica Musicale Italiana sia giunto nel 2008 per Norma al Comunale di Bologna, un ruolo estraneo al repertorio tradizionale della cantante, che richiede imperiosa autorità vocale e scenica unita a ferreo controllo tecnico".

Il debutto alla Scala di Daniela Dessì avviene all'inizio della carriera, nel 1982, nella parte di Donna Fulvia ne La pietra del paragone di Rossini diretta da Piero Bellugi alla Piccola Scala, con la regia di Eduardo De Filippo. Nel 1987 canta Messa da Requiem di Verdi diretta da Riccardo Muti alla Philharmonie di Berlino nell'ambito dei festeggiamenti per i 750 anni della capitale tedesca e nel 1988 è Liù nella Turandot in trasferta giapponese con la direzione di Lorin Maazel insieme a Ghena Dimitrova e Nicola Martinucci.

L'anno seguente sostituisce Cheryl Studer come Contessa in una rappresentazione de Le nozze di Figaro diretta da Riccardo Muti prima di indossare, questa volta da titolare, i panni di Fiordiligi nell'ormai classica edizione di Così fan tutte, sempre diretta da Muti con la regia di Michael Hampe. Seguono ancora Requiem con Muti e Liù con Maazel in tournée a Mosca. La sua ultima apparizione scaligera, nel 2009, spiega ancora la Scala, "concludeva una nutrite serie di presenze nella stagione dei concerti di canto".

Il Teatro Massimo di Palermo dedicherà al soprano Daniela Dessì la prima della Butterfly che andrà in scena il 16 settembre, visto che proprio Butterfly fu l'ultima opera che l'artista cantò a Palermo nel 2012. «Il Teatro - dice il sovrintendente Francesco Giambrone - la
ricorda con tanto affetto e si stringe nel dolore ai familiari e in particolare a Fabio Armiliato, ricordando tanti successi e serate che il pubblico porterà sempre nel cuore». Dessì ha cantato tante volte al Teatro Massimo: nel nel 2002 in Madame Butterfly con la direzione di Renato Palumbo, nel 2005 in Andrea Chènier, nel 2009 nell'Adriana Lecouvrer con la direzione di Renato Renzetti, nel 2010 per l'inaugurazione della stagione concertistica con Francesco Renga e l'orchestra del Teatro Massimo, nel 2011 ne La Gioconda di Amilcare Ponchielli; infine, nel 2012m in Madame Butterfly, con la regia di Andrea Cigni e le scene e i costumi di Beni Montresor.

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