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I dipinti di Catalano per l'agenda del Giornale di Sicilia

Un’avventura meravigliosa con il mare. Un amore infinito per il profondo blu. Una passione sconfinata per i colori. Il blu. Il mare blu. Le barche. Infinite. Barche che volano. Il mondo di Maurilio Catalano, la “scrittura” dell’artista siciliano, accompagna per tutto il 2016 la nuova edizione dell’agenda del Giornale di Sicilia. Un cammino lungo un percorso affascinante, condotti per mano dal maestro.  Scendendo verso il blu.

L’arte di Maurilio Catalano non può non coinvolgere. Non può non fare scattare mille domande. Basta guadare i suoi dipinti. I suoi lavori. Restando prima abbagliati dai colori accesi e allegri. Perché l’allegria nelle sue opere non può mancare, neppure quando il mare fa paura. Fa terrore. “Io sono una spugna – ammette Catalano –, assorbo gli umori della gente. E allontano le negatività. Intorno a me voglio gente che mi fa stare bene”.  Il mare è una presenza costante nella vita del maestro, sin dall’eta di 4 anni, allo Sperone, con il fratello Eliodoro, biologo marino. Momento in cui ha iniziato a vivere a stretto contatto con un mondo magico e misterioso, senza rinunciare negli anni a guardare quel mondo sempre più da vicino, con immersioni ogni volta più in profondità. “Guardando negli occhi – ricorda – sogliole e triglie”. “Da piccolo – racconta Catalano, oggi settatatreenne – ho avuto un rapporto essenziale e diretto con questo mare, usavo la barca, pescavo di notte, col gatto e con mio fratello che raccoglieva esemplari della fauna marina”.

Eliodoro ha avuto un peso importante nella professione di Catalano. “Con lui – racconta – realizzavo quelli che venivano chiamati objets trouvés, principalmente lattine e rami corrosi dal mare”. E crescendo questo amore è stato sempre più intenso. “Con i racconti dei ‘tunnaruoti’, figure quasi bibliche, con il blu del mare stampato nei loro occhi. Trascorrevo con loro – ricorda – delle serate pazzesche, a Scilla, sullo Stretto, quando con l’imbarcazione di mio suocero in passato ci fermavamo lì. Non dimenticherò mai quell’atmosfera, quell’odore, quelle loro storie infinite. Tutto questo non può non restare dentro. Un’avventura meravigliosa”.

Esperienze che hanno fatto del mare un punto di riferimento pittorico. Dei colori, delle emozioni che non possono essere frenate. Come nulla può essere frenato. “Le mie barche volano, perché devono volare. Spaziare. Sono barche che camminano, crescono, vanno via”.  E le barche possono trovare diversa espressione nelle opere di Catalano. In forma piramidaile. Così come l’artista ha volute raffigurarle in copertina, per l’agenda. Non solo barche. Ma anche un cuore. Un cuore che batte. Di un rosso intenso. Attorno quattro fiori. Stilizzati ma efficaci. Tutto è singolo. Ma tutto diventa insieme. Una “scrittura” quella di Catalano. Una firma. Una storia. Di quelle che non ci si stanca mai di ascoltare. Trattenendo il fiato e immergendosi insieme a lui, nel profondo blu.

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