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Calunniò il direttore dello Stabile etneo, condannato Pino Caruso: amareggiato

PALERMO. Pino Caruso è stato condannato dalla Terza sezione civile del tribunale di Catania, giudice Niccolò Crasci, a un risarcimento di 10.000 euro, più le spese processuali, nei confronti del direttore artistico del Teatro Stabile di Catania Giuseppe Dipasquale per aver scritto un articolo in cui lamentava del fatto che Dipasquale non si presentava mai agli spettacoli e del ritardo di 10 mesi nel pagamento della tournée de "Il berretto a sonagli", coprodotto dagli stabili di Palermo e Catania nel 2011. Dipasquale lo aveva poi querelato per calunnia. Caruso è attualmente a Palermo per le ultime recite di "Non si sa come" al Teatro Biondo.

Caruso: amareggiato per la condanna. Pino Caruso, a Palermo per le ultime recite di "Non si sa come" al Teatro Biondo, si dice "amareggiato e deluso" per aver perso una causa civile in primo grado contro Giuseppe Di Pasquale, direttore artistico dello Stabile di Catania. Il giudice catanese lo ha condannato a pagare un risarcimento di 10.000 euro, più le spese processuali per aver scritto un articolo in cui lamentava il ritardo di 10 mesi del pagamento della tournée de "Il berretto a sonagli", spettacolo coprodotto dagli stabili di Palermo e Catania, nel 2011. Caruso aveva stigmatizzato il comportamento di Di Pasquale che a sua volta lo aveva querelato. Affrontare una tournée senza essere pagati per dieci mesi, secondo l'attore palermitano, è cosa assai grave "perché gli attori difficilmente hanno la possibilità di anticipare il denaro, in ogni caso sarebbe stato opportuno che Di Pasquale avesse avvertito la compagnia dei suoi problemi economici. Ora mi pare che in ballo ci sia la stessa libertà di espressione a cui io avrei avuto diritto". Caruso, che ha presentato appello, lamenta le lentezze della giustizia "che possono fare un gran danno". E conclude il suo intervento citando un suo aforisma: "La legge è uguale per tutti, la giustizia no".

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