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Bufera sui dati Covid in Sicilia, perquisizioni dei carabinieri all'assessorato regionale alla Sanità

Sono in corso le perquisizioni dei carabinieri negli uffici dell'assessorato regionale alla Sanità e Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico nell'ambito dell'inchiesta sui dati Covid falsi inviati all'Iss, che oggi ha portato a tre arresti e a un avviso di garanzia all’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza.

Sono stati acquisiti email e dati presso i server di piazza Ottavio Ziino. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini.
Infine sono state acquisite email e dati presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.

Il fascicolo di indagine dei pm di Trapani potrebbe a breve essere trasmesso alla Procura di Palermo. Nell’ordinanza con cui il gip di Trapani dispone i domiciliari per tre degli indagati, tra cui una dirigente dell’assessorato regionale, si evidenzia che "i reati contestati in ciascuno dei capi di incolpazione devono ritenersi commessi, il primo, a Palermo - dove si colloca la postazione dell’addetto della Regione Sicilia che ha provveduto al caricamento dei dati, così effettuando la falsa attestazione - e, il secondo, a Roma, dove hanno verosimilmente operato i soggetti indotti in errore, che hanno compilato il bollettino informativo ministeriale anche sulla scorta dei dati falsi loro trasmessi con riferimento al territorio siciliano".

"Poiché, in caso di connessione tra reati di pari gravità, la competenza a conoscere l’intero procedimento si radica in capo al giudice competente a conoscere il primo reato, nel caso di specie, la competenza spetta al tribunale di Palermo», scrive.

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