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La Merkel canta e balla hit tedesca ma la band non ci sta

È come passare vicino a un
incidente stradale: «E' brutto, ma sai che non potrai non
guardare». I Toten Hosen non ci stanno e denunciano lo scippo
musicale: la cancelliera Angela Merkel e il gruppo dirigente
della Cdu, domenica sera, nella festa per il trionfo elettorale,
ha intonato senza timori nè vergogna "In giorni come questi",
uno dei più noti successi commerciali della rock band.
Il video, con il capogruppo Volker Kauder nel ruolo di
solista e gli altri impegnati a danzare fuori tempo e a cantare
in coro (a eccezione di Merkel, che ballava estasiata ma cantava
solo dentro), aveva fatto subito il giro del web, attirando
sfottò per i protagonisti e critiche ai Toten Hosen, per un
silenzio che appariva complice.
Così, dopo un paio di giorni immersi nello studio di
registrazione e tagliati fuori dal mondo, hanno spiegato i
musicisti, ecco la risposta, via Facebook: «Per noi
personalmente lo spettacolo è stato come un incidente: brutto,
ma sai che non potrai non guardare...». Una cosa è chiara, ha
aggiunto la band: «Quella versione terribile della canzone è
stata di gran lunga la cosa migliore che la Cdu ha fatto
nell'ultima campagna elettorale».
In realtà non era la prima volta che i Toten Hosen, si
lamentavano dell'abuso della loro popolare hit. E non solo da
parte della Cdu: anche la socialdemocratica Spd era solita
sfruttare il pezzo per le proprie manifestazioni elettorali, con
grande disappunto degli autori. Non abbiamo problemi se la
nostra canzone viene usata nelle occasioni più disparate,
«persino all'Oktoberfest», avevano scritto i musicisti su
Facebook in un messaggio "piaciuto" a oltre 54mila fan. Ma
«troviamo indecente e scorretto che la nostra musica venga
suonata durante manifestazioni elettorali».
I Toten Hosen non sono i soli ad essersi ribellati ai "furti"
della Cdu: otto anni fa niente meno che i Rolling Stone,
interrogati da The Time, avevano dovuto smentire di aver dato il
permesso ai giovani supporter di Merkel di usare il loro
successo internazionale Angie. «Se ce l'avessero chiesto -
aveva dichiarato seccato un portavoce nel 2005 - ci saremmo
rifiutati».

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