Un'impresa mai tentata prima. Il più
grande recupero navale della storia. Così infatti viene definito il
tentativo di ruotare e rimettere in verticale la Costa
Concordia, gigante lungo 300 metri e pesante 114mila tonnellate
mandato a morire da una sciagurata manovra il 13 gennaio 2012 su
uno scoglio davanti all'isola del Giglio. L'operazione - detta
in gergo nautico parbuckling - è programmata per le 6 di lunedì,
condizioni meteomarine permettendo. All'opera lavorano da mesi
più di 500 persone, per un costo che supererà i 600 milioni di
euro. Sulla carta l'impresa dovrebbe riuscire, «ma - ha
sottolineato il capo della Protezione civile Franco Gabrielli -
come tutte le cose mai sperimentate prima ci sono elementi di
incertezza. Luned sarà la prova del nove».
Il principale punto
interrogativo, secondo il capo della Protezione civile, riguarda
«la capacità della struttura di resistere agli sforzi cui sarà
sottoposta». Già, perchè la nave sarà ruotata di 65 gradi
rispetto alla sua posizione attuale con cavi d'acciaio, tentando
di non deformare lo scafo per poi poggiarlo sul falso fondale
costruito a circa 30 metri di profondità. Un'operazione che
dovrebbe durare 10-12 ore. Dopo si verificheranno le condizioni
della fiancata rimasta sommersa, si stabilizzerà la nave e si
monteranno i 15 cassoni che ne dovranno assicurare il
galleggiamento. La Concordia partirà quindi per il suo ultimo
viaggio nella prossima primavera. La destinazione decisa per lo
smaltimento è il porto di Piombino.
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