ROMA (ITALPRESS) - Nel 2022 le aziende agrituristiche attive sono 25.849 (+1,8% rispetto al 2021). Nel 2004 erano poco più di 14mila, oggi il loro numero è pressoché raddoppiato. Il tasso di crescita medio annuo è del 3,8% ed è praticamente omogeneo per tutte le macroaree, con valori che vanno dal 5,5% e 4,3% del Nord-ovest e del Centro, al 3,6% e al 3% delle Isole e del Sud fino al 2,8% del Nord-est. Se si guarda all’offerta economica, sempre nel periodo 2004-2022, aumentano le strutture con il servizio di degustazione, per le quali il tasso medio annuo di variazione è +4,5%. Nel 2022 il valore corrente della produzione agrituristica è di poco inferiore a 1.517 milioni e contribuisce per il 4,4% alla formazione del valore economico dell’intero settore agricolo, sul quale gli agriturismi incidono per poco più del 2,3%. Rispetto al 2021 il valore economico del comparto aumenta del 30,5% e sembra aver così superato la forte flessione dovuta alla crisi sanitaria da Covid-19. Il 76,8% dell’intero valore economico è prodotto dalle aziende del Nord-est e del Centro, con quote rispettivamente pari al 39,9% e al 36,9%. Ben al di sotto si posizionano il Nord-ovest (11%), il Sud (9,9%) e le Isole (2,3%). Questo divario territoriale, tuttavia, è bilanciato da una crescita omogenea in tutte le macroaree geografiche che, rispetto allo scorso anno, è del 32,5% per il Nord-est, del 30,5% per il Nord-ovest, il Sud e le Isole e del 28,4% per il Centro. Nel 2022 le nuove attivazioni sono 1.386, di queste il 46,5% sono avvenute nel Centro, il 42,8% nel Nord (significativo il 13% della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen) e il 10,6% nel Mezzogiorno (con la Sicilia che supera il 5%). La permanenza sul mercato delle aziende al 2022 è in media di 11,4 anni (era di oltre 23 anni nel 2004). Questa forte riduzione, (in media -0,7 anni all’anno) è sicuramente dovuta anche alla maggiore concorrenza tra le aziende che, rispetto al 2004, sono aumentate del 94%. Nel 2022 gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno superato i quattro milioni, registrando quindi un forte recupero non solo rispetto al 2021 (+35%), ma anche rispetto al 2019 (+8,5%), l’anno pre-pandemia. Dal confronto con lo scorso anno gli agrituristi italiani aumentano dell’11,5% e quelli stranieri oltre il 73%. Le donne alla guida delle aziende agrituristiche sono oltre 8.800 (34,1%) e sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno (+0,7%). La quota maggiore di conduttrici è al Sud (46,6%) con valori che sfiorano il 50% in Basilicata, in Campania (48%) e Calabria (47%). Nel Centro sono il 36%, con il Lazio e l’Umbria entrambi al 45% e, a livelli più contenuti, e la Toscana al 31%. Pressoché simile la quota di conduttrici nelle Isole (36%) e nel Nord-ovest (36%), dove primeggia la Liguria con il 50% di aziende guidate da donne. L’ampliamento dell’offerta economica - con l’integrazione tra i tradizionali servizi di ristorazione, alloggio e degustazione con altre attività, alcune delle quali di notevole rilevanza sotto il profilo sociale, come le fattorie didattiche, o culturale-paesaggistico (escursioni, trekking, ecc.) - è uno degli aspetti più significativi della “metamorfosi” in atto nel settore. Rispetto al 2021, anche se in misura diversa, aumentano le strutture con alloggio, ristorazione e degustazione: servizi questi che formano il nucleo più tradizionale dell’offerta agrituristica. -foto Agenzia Fotogramma - (ITALPRESS).