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Al Todi Festival 'What's your naim?' di Edoardo Guarducci

© ANSA

(ANSA) - PERUGIA, 24 AGO - Dopo molti anni, e svariate co-produzioni, il Todi Festival torna a cimentarsi in una propria produzione, curandone tutti i dettagli, dall'ideazione alla distribuzione, sia in Italia che all'estero. "What's your naim?" di Edoardo Guarducci, con la coreografia di Cornelia Dance Company, sarà così protagonista tra danza e musica, corpo e suono, nella serata di domenica 27 agosto al teatro Comunale di Todi, per poi intraprendere un tour che punta a travalicare anche i confini nazionali.
    Questa anteprima nazionale sarà il secondo spettacolo della 37/a edizione della manifestazione (26 agosto-3 settembre), dopo l'avvio con l'omaggio di Iaia Forte alla poetessa tuderte Patrizia Cavalli, anche qui per un debutto nazionale con "Vita meravigliosa".
    L'autore e i coreografi della compagnia di danza contemporanea Cornelia hanno presentato lo spettacolo a Perugia insieme al sindaco di Todi Antonino Ruggiano, il quale ha parlato di un festival "vetrina" non solo di una città "in fermento" ma dell'Umbria intera, e al direttore artistico di Todi Festival Eugenio Guarducci, per l'ottavo anno confermato al timone della kermesse di teatro, musica, arti visive e letteratura fondata da Silvano Spada.
    In scena per "What's your naim?" ci saranno i danzatori Eleonora Greco, Marta Ledeman, Marco Munno e Francesco Russo accompagnati dal live music performer Flavio Paglialunga. Il disegno luci è a cura di Fabio Massimo Sunzini e Walter Gismondi, mentre il movimento del corpo è guidato dal progetto sonoro e dalla composizione musicale firmati Inude, trio elettro-pop che ha composto la colonna musicale. La scenografia e i costumi sono realizzati da Atmo.
    Lo spettacolo - è stato spiegato - accende i riflettori su un interrogativo provocatorio che fonde in un unico termine, "naim", l'espressione name (nome) e aim (goal, obiettivo): un gioco di parole e un invito a riflettere "sull'invadente dinamica sociale che induce a circoscrivere e limitare la propria identità a un mero scopo, spesso frutto di pressioni, ambizioni e pretese di origine genitoriale o comunque esterne".
    (ANSA).
   

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