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Nella bellezza di Cagliari con 'Monumenti aperti'

CAGLIARI - Il sole che riflette sui palazzi color pastello e la brezza che profuma di mare accompagnano le passeggiate tra i vicoli dei quartieri storici. Ci si perde e ci si ritrova nella storia e nell'arte dell'antica Caralis, Cagliari, la città portuale e cuore della Sardegna, luogo antico e moderno dove civiltà remote e dominazioni più recenti si sovrappongono da secoli.
    Per catturare tutta la bellezza e i diversi volti della città bisognerebbe volarci sopra, come fanno i fenicotteri che dipingono di rosa il cielo degli stagni di Molentargius, fuori città. Si scoprirebbe la Cagliari del mare, approdo fenicio; quella arroccata dei Pisani e degli Aragonesi; la Cagliari dei Romani e quella dei palazzi e delle chiese fatte costruire per il re di Spagna. Ma anche la città verde, punteggiata da jacarande, con le pareti ricoperte di capperi e i giganteschi tronchi di ficus magnoloides che si intrecciano con le radici aeree. A piedi, per scoprire ogni angolo, soprattutto quelli più nascosti e spesso inaccessibili al pubblico, ci pensa da 27 anni 'Monumenti Aperti', storica rassegna che invita a conoscere i beni e a valorizzare il patrimonio culturale in tutta la Sardegna. Ogni anno da aprile fino a giugno - quest'anno il weekend del 3 e 4 - 16mila tra giovani studenti e volontari dell'associazione Imago Mundi raccontano e illustrano 750 monumenti in oltre 60 comuni dell'Isola, 53 solo a Cagliari con 4.500 studenti e volontari coinvolti. 'Pratiche di meraviglia' è lo slogan della 27esima edizione della rassegna che ha anche un'app - Heart of Sardinia - che permette di consultare la mappa dei monumenti visitabili. E' un rito collettivo che coinvolge giovani e appassionati studenti pronti a svelare lo straordinario patrimonio culturale, naturale, materiale e immateriale delle città. Poi a ottobre la manifestazione si sposta a Ferrara e a Bitonto. Ma è da Cagliari che si parte, città che per prima ha ideato la fruibilità dei monumenti a cittadini e a visitatori. Si cammina a piedi o spostandosi in modo sostenibile con le e-bike e la rete di trasporto urbana, tra le migliori in Europa, alla scoperta dei 53 monumenti aperti nei diversi quartieri, degli 8 itinerari tematici, dei progetti dedicati alle famiglie e dei 28 concerti sparsi per la città e persino sul mare. Ognuno può scegliere da dove partire e quali monumenti visitare oppure seguire i percorsi guidati, come per esempio il 'Trentapiedi dei Monumenti', che quest'anno si dipana nel quartiere di San Benedetto, per scoprirne storie, voci e colori tra i palazzi. In realtà c'è un luogo da dove si dovrebbe partire perché è da lì che è nato il progetto 'Monumenti aperti': la cripta di Santa Restituta, rifugio antiaereo e luogo di grande devozione religiosa con importanti resti archeologici nei sotterranei. Siamo nel quartiere storico di Stampace, il borgo dei mercanti, un intrico di vicoletti con l'anfiteatro romano del II secolo d.C., l'Orto botanico e la chiesa di sant'Efisio, amatissimo patrono della città. A maggio si celebra una festa patronale con fiori, canti, costumi tradizionali e riti popolari. Nel vicino quartiere Villanova si passeggia tra coloratissime casette a due piani, botteghe artigianali, chiese barocche e piccoli chiostri, palazzi in stile liberty e punti di acquisto di prodotti del territorio come l'azienda agricola Costadoria, tra vini e prelibatezze. Merita una sosta anche la basilica di san Saturnino, la più antica chiesa sarda, fondata nel V secolo e rimaneggiata in età romanica. Siamo a pochi passi dalla Marina: il compatto dedalo di vicoletti era il cuore popolare della Cagliari di epoca medievale dove oggi si passeggia tra i palazzi signorili dalle facciate pastello, con i balconi in ferro battuto e i panni stesi ad asciugare. I vicoli che si diramano dai portici di via Roma sono pieni di laboratori artigianali di ceramiche e tappeti, negozi di souvenir, bar, caffè, trattorie e ristoranti. E' qui che si gustano le specialità dell'autentica cucina cagliaritana: tra i tanti indirizzi meritano una sosta Josto e VitaNova, con eccellenti chef che premiano gli ingredienti locali e la cucina sarda. Si cammina fino al porto e si passa davanti alla chiesa di sant'Eulalia, la più antica con un ricco museo e una bellissima zona archeologica da scoprire camminando sottoterra. Infine si sale fino al quartiere Castello che domina la città: si segue il muro di cinta o ci si arrampica tra le scalette nascoste che portano alle antiche porte medievali. Una volta varcate, lo spettacolo è bellissimo: tra vicoli di ciottoli, archi, terrazze nascoste e palazzi decaduti si stagliano l'imponente Cattedrale, le maestose torri gemelle di san Pancrazio e dell'Elefante a fare da sentinelle, la Cittadella dei musei con la Pinacoteca nazionale e il Museo archeologico sede di una ricca collezione di reperti preistorici, e il monumentale bastione di Saint Remy con il suo passaggio coperto da dove lo sguardo arriva fino allo stagno dei fenicotteri rosa. Dentro le mura di Castello ci sono gli edifici più importanti: quello civico, l'università e palazzo regio, sede dei Savoia. Dall'alto si vedono il mare con il porto e in fondo Poetto, la spiaggia dei cagliaritani, 9 km di sabbia e chalet con il sentiero di mirto e corbezzolo che si inerpica fino al promontorio della Sella del Diavolo. Lo sguardo arriva anche fino alle lagune di Santa Gilla e di Molentargius, parco naturale regionale che si estende nella zona dove un tempo si trovavano le saline di Cagliari. Il mare all'orizzonte resta il protagonista: è l'identità storica, culturale, economica e gastronomica di Cagliari, ma non necessariamente legata alla stagione balneare. Grazie al clima sempre mite, infatti, la città è una destinazione perfetta tutto l'anno e tante sono le iniziative e le rassegne organizzate in ogni stagione.
    Durante questo fine settimana 70mila persone hanno visitato i monumenti di Cagliari e, ancora una volta, grazie all'impegno di studenti, volontari, associazioni, le istituzioni che hanno trasformato l'evento in un progetto di successo in tutta la Sardegna, un modello da seguire, grazie al quale si recuperano siti degradati, si scoprono luoghi chiusi e si permette a tutti di godere della bellezza. E' anche questo un motivo per cui il progetto ambisce alla nascita di un Fondazione per poter anche aggregare economicamente tutte le comunità locali. Info: monumentiaperti.com (ANSA).
   

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