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Le donne trasfigurate dell'iraniana Sahar Khalafi

ROMA - Aggressive e umiliate, sfrontate e represse: sono le donne ritratte dalla giovane artista iraniana Sahar Khalafi, protagoniste della mostra 'Istinto Sano' alla Galleria Art G.A.P. di Roma. La mostra, curata da Federica Fabrizi e con i testi dell'architetto e museografo Paolo Martellotti, è aperta al pubblico fino al 17 febbraio. Nata a Teheran nel 1997, Sahar Khalafi a 19 anni scopre il suo talento per l'arte e inizia a collaborare con diverse gallerie nella sua città natale; intraprende un viaggio in Italia - oggi vive e lavora a Firenze - «dove incontra lo spirito del Surrealismo che percorre la cultura europea da Bosch a Dalì». E' così che descrive il suo stile Paolo Martellotti, che invita a scoprire l'artista: «Sahar usa il segno piatto e rapido della grafica, come se la velocità fosse l'unica chiave adatta a fissare i dettagli dei sogni che si manifestano nel breve spazio di tempo che intercorre fra il sogno e la memoria cosciente. Ma poi le stesure di colore a campiture piatte, il complesso decoro ottenuto dall'impazzito moltiplicarsi di dettagli spesso raccapriccianti, sembrano voler recuperare la lentezza del disegno di un tappeto e segnare il tempo necessario al passaggio fra l'inconscio e la coscienza della superficie sotto la propria mano […] La grammatica è secca e senza segreti e le parole senza ombra e senza chiaroscuro diventano figure, personaggi ricorrenti che appaiono e scompaiono disegno dopo disegno, come altrettante maschere scese dal carro di Tespi a interpretare ruoli diversi. Maschere a cui Sahar, mentre toglie il velo davanti ai propri occhi, tenta di strappare il sipario che nasconde le ambiguità e le miserie. […] Negli interstizi tra l'essere e l'apparire Sahar tratteggia le sue protagoniste che ostentano maternità desiderate o subite, femminilità aggressive o umiliate, sessualità sfrontate o represse. E fra tutte queste maschere, indossa e toglie le proprie». (ANSA).
   

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