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La Rocca di Subiaco donata al comune, sarà polo culturale

(ANSA) - ROMA, 30 NOV - E' stata la fortezza dei Borgia e poi dei Colonna il maniero di papi, di duchi e potenti, ma anche un centro di studio e di cultura, "un luogo da dove si è irradiato il pensiero cristiano e italiano", fa notare il ministro della cultura Sangiuliano. Donata oggi alla città di Subiaco, dalla comunità benedettina che ne era proprietaria, verrà restaurata e valorizzata, la splendida e millenaria Rocca, trasformata in un polo culturale inserito in un itinerario tra le bellezze di questa terra puntellata di abbazie e monasteri, dove pure Nerone duemila anni fa volle la sua villa. E sono proprio i ministri, il responsabile della cultura Sangiuliano insieme con la collega del Turismo Santanchè e il responsabile dell'agricoltura Lollobrigida, che di Subiaco è originario, ad annunciare il progetto per il futuro dello storico complesso per il quale sono già disponibili circa 5 milioni di euro stanziati in parte dal MiT e in parte dal dicastero del Collegio romano, che poi gestirà i lavori insieme con gli uffici tecnici del comune. Certo non sarà un'impresa da poco. Perché dopo i crolli spaventosi del 2021 che hanno visto venir giù una parte dei tetti e dei solai e messo in pericolo le decorazioni cinquecentesche di quello che fu lo studiolo di Marco Antonio Colonna, le condizioni di questa residenza trapunta di storia, dove nel 1480 nacque Lucrezia Borgia, sono davvero disastrate. E anche il restauro, degli ambienti così come di parte delle decorazioni pittoriche, si profila complesso e delicatissimo. Ci vorrà quindi tutto un anno, in pratica l'intero 2023, per mettere a punto la progettazione e ponderare le scelte di intervento per poi passare all'affidamento in gara e quindi ai lavori, che si punta a concludere nel 2024. Anche se già tutta una serie di interventi di prima urgenza, spiegano i tecnici responsabili ,sono stati fatti all'indomani dei crolli per permettere che la rocca, che al suo interno ospita anche un museo della stampa, potesse rimanere aperta al pubblico.
    "L'identità culturale e comunitaria italiana è soprattutto un'identità cristiana - dice Sangiuliano ringraziando l'abate Dom Mauro Meacci, responsabile dell'Abbazia benedettina dove è nato il monachesimo occidentale con San Benedetto da Norcia che si ritirò in preghiera per tre anni nella grotta del Sacro Speco.- Sono state le abbazie a salvaguardare il pensiero greco romano, trasmettendolo poi a noi contemporanei. La nostra identità nazionale è impregnata di quella cristiana". Il ministro cita Leopardi, Manzoni e Croce nel suo saggio 'Perché non possiamo non dirci cristiani' "Abbiamo il dovere di tutelare questi luoghi e di renderli fruibili - si accalora - Subiaco e la Rocca Abbaziale devono diventare un polo culturale oltre che spirituale. Con il mio mandato, la cultura, sempre nel rispetto delle prerogative dello Stato e della Costituzione, torna ad essere anche cultura religiosa". Santanchè al suo fianco, ricorda che è stato proprio il ministro Lollobrigida, mesi fa, a muoversi per la salvezza della Rocca ma anche a spingere perchè la si facesse conoscere di più in Italia e nel mondo. "Un gesto fondamentale il suo, di appartenenza", dice la ministra. Che poi ricorda anche l'importanza del turismo religioso, della necessità di rivalutare borghi e monasteri. "Il nostro paese è meta del turismo di fede che è fondamentale e va incrementato", dice toccando un tema che poi riprenderà in Senato illustrando ai parlamentari le linee programmatiche del suo mandato. Forte dei temi cari al suo ministero, Lollobrigida sottolinea l'importanza di avvicinare il patrimonio d'arte alle eccellenze dell'enogastronomia "Una bottiglia di vino mostrata all'interno del Colosseo diventa mercato nel mondo", fa notare ribadendo che l'Italia "può essere una superpotenza sulla qualità, qualità dell'offerta culturale come nell'offerta enogastronomica. Una qualità che comunque non è delocalizzabile, questa - dice - è la sfida". (ANSA).
   

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