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Costumi e memorie, Genova rende omaggio ad Adelaide Ristori

GENOVA - Costumi bellissimi, monili, ventagli finemente decorati, una ricca collezione di scarpe e poi lettere, copioni, documenti vari. La mostra dedicata ad Adelaide Ristori, la grande attrice dell'Ottocento, inaugurata questo pomeriggio nel Palazzo Lomellino di via Garibaldi, costituisce una splendida occasione per entrare nel mondo del teatro del XIX secolo attraverso le memorie di una delle più grandi dive di tutti i tempi.
    L'inaugurazione è stata preceduta da una serie di interventi coordinati dal presidente del museo dell'Attore, organizzatore principale della manifestazione in quanto attento custode dell'immenso fondo Ristori Eugenio Pallestrini: sono intervenuti l'assessore comunale Lorenza Rosso, il dirigente Daniele Biello per la Regione Liguria (che nel suo intervento ha accostato la Ristori a Paganini per la loro capacità di essere grandi promotori di se stessi, influencer ante litteram), Francesca Imperiale (dirigente della Soprintendenza archivistica), Alessandro Giglio (presidente del Teatro Nazionale), Giacomo Bruzzo (in veste di padrone di casa) e infine Livia Cavaglieri che insieme a Danila Parodi e Gian Domenico Ricaldone è la curatrice della mostra con il coordinamento di Paola Lunardini.
    Il progetto espositivo accompagna i visitatori nel racconto di quel che è stato il teatro dell'800 e il ruolo esercitato da Adelaide Ristori. Il materiale, esposto con gusto e intelligenza, consente di guardare alla carriera di una grande diva da angolazioni diverse: ci sono costumi di scena molto eleganti, a partire dai tre per il personaggio di Elisabetta regina d'Inghilterra, copioni con le correzioni e le annotazioni di pugno dell'attrice. Quel che è esposto, del resto, è solo una minima parte di quel che il museo dell'Attore conserva: 15 costumi di scena, oltre 30 mila lettere, 189 copioni manoscritti, 810 locandine, 2.070 borderò, tanto per citare alcuni numeri. La mostra, organizzata dal museo dell'Attore in collaborazione con la soprintendenza archivistica (cui si deve il recente riordino del Fondo), il comune, il teatro Nazionale e l'Università, rimarrà aperta fino al 22 gennaio. (ANSA).
   

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