PALERMO - Ex voto. Artisti per Rosalia: omaggio alla città di Palermo e alla sua patrona con Le Vie dei Tesori. Nei due palazzi ai Quattro Canti di proprietà di Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona collettiva di 87 artisti e 12 percorsi dal 13 al 24 luglio, curata da Andrea Guastella "per raccontare l'impegno dell'arte come strumento di dialogo, rispetto e ecologia ma anche denuncia contro abbandono e incuria".
"Un unico flusso d'arte che come un abbraccio entra nel palazzo, supera l'antica Cavallerizza, sale lo scalone a doppia rampa che conserva l'imponenza di un tempo, e si srotola tra le sale sbreccate, le porte rimosse, le finestre senza più vetri, per fermarsi sotto il grande affresco del Velasco, potentemente sopravvissuto; e da lì, abbandona Palazzo Costantino e si insinua dentro l'attiguo Palazzo Di Napoli, uno dei quattro Canti del Teatro del Sole. L'abbraccio dell'arte che si mette sotto la protezione della Santuzza che proprio dal Cassaro passerà la sera del 14 luglio", affermano gli organizzatori.
L'arte può salvare il mondo dall'oblio? Forse no, ma può tentare di farlo. Nasce da qui la grande collettiva Ex voto.
Artisti per Rosalia, organizzata nei giorni del Festino ritrovato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori, e curata da Andrea Guastella, da un'idea di Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona, proprietario dei due palazzi.
"La collettiva si inaugura mercoledì 13 luglio alle 16 nasce da una comune e libera visione di intenti di artisti, galleristi e curatori italiani: all'insegna della rinascita, ma anche della denuncia, contro abbandono, incuria, negligenza. E sempre e comunque della vitale - a tratti sognante - constatazione del presente", afferma una nota.
Esposte opere di Annalisa Apicella, Lavinia Bilotti, Giuseppe Bonaccorso, Cinzio Cavallarin, Giuseppe Di Guida, Giovanni Franco, Arturo Ianniello, Li Kang, Silvia Ottobrini, Alessandro Papari, Nicola Pellegrino, Tina Sgrò, Fernando Spano, Mario Trapani, Quionghui Zou.
"Loci Interdicti", una delle esposizioni presenti è una visione scaturita da un approccio intimo e viscerale con lo spirito di palazzo Costantino, percepito dal curatore Michele Citro come un maestoso gigante dal glorioso passato, ora stanco, incancrenito e moribondo. "Sono luoghi - fisici o metafisici, poco importa -proibiti, impediti e protetti; ma anche "proibitivi", che si auto-proibiscono, auto-impediscono, auto-celano. Quindici artisti sono chiamati a muoversi e a cristallizzarsi, a perdersi e a ritrovarsi, a dialogare e a isolarsi, a nascondersi, a svelarsi e a svelare. Un'armonica poesia corale dedicata ai grandi temi dell'arte, della vita e dalla morte che mira a stupire e generare commozione pura", dice Citro. (ANSA).
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