SANTA LUCE (PISA) - Santa Luce, piccolo comune della Val di Cecina, in provincia di Pisa, oltre a essere un paradiso del birdwatching (qui si trova un'Oasi Lipu) è la storia della lavanda in Italia. E' qui, infatti, che trent'anni fa Mario Rosario Rizzi, imprenditore agricolo, trova la terra perfetta per avviare la coltivazione di lavanda, che predilige zone collinari con terreno arido, una buona esposizione al sole, garanzia di olio essenziale di qualità e sta a suo agio in pieno campo dove il vento non trova ostacoli.
Insieme alla moglie Sonia De Angelis, pionieri in un'Italia in cui il biologico era in embrione e la biodinamica sconosciuta, fondano un'azienda che sperimenta tecniche di coltivazione sempre più rispettose dell'ambiente, portando avanti progetti eco solidali, condivisi con agricoltori locali per produzioni biologiche controllate (e poi anche biodinamiche) e per la raccolta spontanea, praticata anche a protezione del territorio e della flora esistente. Da allora in Toscana sono nate un centinaio di aziende che lavorano in questo settore e hanno fatto rete, tanto che nel 2015 è nato il progetto di filiera Flora aromatica Santa Luce e la valle dei profumi che ha coinvolto anche il Centro interdipartimentale Enrico Avanzi dell'Università di Pisa ed è stato finanziato dalla Regione Toscana. Ecco che così i fiori di lavanda punteggiano le colline pisane fino alla costa tirrenica.
In occasione del periodo della fioritura, che va da giugno ad agosto, si svolge fino al 24 luglio l'iniziativa 'I giorni della lavanda': ogni venerdì, sabato e domenica visite guidate ai campi, laboratori floreali, massaggi, workshop sull'uso in cosmesi della lavanda, camminate zen e passeggiate in bici, esperienze aromatiche. (ANSA).
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