(di Gina Di Meo) (ANSA) - NEW YORK, 29 MAG - L'Italia porta a New York un Banksy come non lo si era mai visto. Il 28 maggio, nell'ex sede del l'International Center of Photography Museum a Nolita, si è aperta 'Banksy Building Castles in the Sky', curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani. La mostra è organizzata da MetaMorfosi NY (anch'essa italiana, ndr) e presenta circa 130 opere dell'artista che è considerato tra i più elusivi del 21/o secolo.
'Banksy Building Castles in the Sky' è unica nel suo genere perché usa un approccio scientifico e accademico nei confronti dell'artista e delle sue opere. E' appunto il ritratto di un artista piuttosto che solo di un writer. "L'approccio usato - ha spiegato all'ANSA Gianluca Marziani - è affrontare questo artista con una metodica scientifica identica a quella con cui si affronta un artista storicizzato o da storicizzare, con un'analisi, quindi, e indagine di ogni opera. Abbiamo analizzato tutto quello che era l'ecosistema di Banksy nel pianeta arte, che alla fine è quello della società, perché Banksy ha sempre lavorato all'interno del mondo reale e con la metodica di un artista stratega che fa delle operazioni". L'approccio dei due curatori è stato un lavoro sempre e solo su autentiche ed in collaborazione con l'artista, senza tuttavia mai incontrarlo. La mostra, divisa per temi e non secondo un ordine cronologico, è il frutto di anni di lavoro in cui si è costruito un apparato di supporto alle opere molto forte. Ci sono infatti mappe concettuali, studi infografici, analisi di dati, spiegazione di ogni opera con un testo. "Non è mai stato fatto prima - continua Marziani -. Le mostre su Banksy, o meglio le esposizioni, sono state di tipo immersivo. Questa è la prima musealizzazione di Banksy della storia. Va oltre l'etichetta dello street artist per assurgere ad artista vero e proprio". Non a caso, nel catalogo che accompagna la mostra, Paola Refice (attualmente nella commissione per l'attuazione del progetto "Bellezz@ - Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati") ha scritto che se 'Vasari avesse avuto l'opportunità di creare una biografia su Banksy, avrebbe descritto un personaggio unico, impareggiabile dai suoi stessi maestri'. Un po' come un Giotto o un Michelangelo.
Tra le opere in mostra anche quella che è considerata tra le più rilevanti dell'epoca attuale, 'Girl with Balloon' (2004-2005) che raffigura una ragazza con la mano tesa verso un palloncino rosso a forma di cuore portato via dal vento. Nel 2018 una copia incorniciata dell'opera è stata triturata deliberatamente durante un'asta di Sotheby's, tramite un dispositivo meccanico che Banksy aveva nascosto nel telaio. Lui stesso ha confermato di essere il responsabile della distruzione e ha dato alla nuova opera il nome 'Love is in the Bin'.
"Quest'opera - continua Marziani - è uno dei misteri della semiotica. Ha un' influenza pari alla Monna Lisa, ai girasoli di Van Gogh. Banksy he messo assieme aspetti fortemente empatici, ossia la bambina, il palloncino, il cuore, creando una somma di elementi perfettamente allineati all'emotività del pubblico, che appunto vuole emozioni". (ANSA).