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What a wonderful world, il museo del futuro è già al Maxxi

ROMA - Tecnologico, sperimentale, interattivo. Con il visitatore sempre più co-autore dell'esperienza. Sarà davvero così il museo del futuro? E' la grande riflessione che suscita "What a wonderful world", nuovo allestimento della Collezione Arte del Maxxi, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, che, oltre alle grandi opere immersive di 15 autori, da oggi presenta anche il prototipo ad alta tecnologia dell'Ecosistema Relazionane Digitale per mappare, visualizzare e condividere le sensazioni di fronte a un'opera d'arte.
    "Dal 2018 con Low Form e ora con questa mostra - spiega la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri - la nostra collezione si è aperta verso alla ricerca tra arte e tecnologia e al rapporto tra artisti e algoritmi, in maniera sempre critica. Nessuno pensa che il mondo sia davvero meraviglioso come il titolo in questo momento - prosegue - ma è un modo per dire: entrate e cerchiamo insieme un modo per ricostruirlo questo Wonderful World".
    Fino al 12/3 nella Galleria 1 del museo (ingresso gratuito dal martedì al giovedì), il nuovo allestimento è un flusso di grandi installazioni immersive, che ribaltano spesso la posizione stessa del fruitore (mettendolo persino sott'acqua tra i pesci o al buio totale), tra nuove acquisizioni ed opere commissionate ad alcuni tra i maggiori protagonisti della scena artistica internazionale come Micol Assaël, Ed Atkins, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Simon Denny, Rä di Martino, Franklin Evans, Thomas Hirschhorn, Carsten Höller, Liliana Moro, Olaf Nicolai, Jon Rafman, Tatiana Trouvé, Paolo Ventura, James Web. Più il nuovo dispositivo interattivo progettato dal centro di ricerca Her: She loves data, che grazie a un software di Intelligenza Artificiale creerà un'ulteriore opera "vivente", raccogliendo su touch screen i dati legati a emozioni e interazioni di chi verrà a vedere la mostra. (ANSA).
   

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