PARMA - Nonostante i dolorosi venti di guerra che spirano dall'Ucraina il turismo è pronto a un'estate di ripartenza, ma affronta il nodo della difficoltà a trovare lavoratori: è l'allarme lanciato dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, all'assemblea dell'associazione a Parma. E il ministro Massimo Garavaglia dalla conferenza della Lega rilancia, proponendo "un'uscita graduale" che permetta di ridurlo al 50% per gli stagionali, purché vadano a lavorare.
Erano due anni che gli albergatori non si riunivano nella tradizionale assemblea di primavera (l'anno scorso c'era stata solo una riunione più informale a Roma) e l'essersi ritrovati a Parma ha per questo un valore speciale. Il Covid, che tanto male ha fatto al settore che nel 2019 vale oltre il 13% del pil e il 14% dell'occupazione, Bocca non vuole neanche nominarlo. Quanto alla guerra, non deve far smettere di credere nella ripartenza e nel ritorno alla normalità tanto agognata in questi anni.
"Possiamo e dobbiamo guardare al futuro con fiducia. Il turismo è pace, incontro, conoscenza, esperienza dell'altro. Un mondo con più turismo è un mondo migliore" dice Bocca. Anche sull'estate il presidente dice: "Anche se sono ancora bloccate Russia e Far East abbiamo il ritorno di buona parte del turismo straniero anche nelle città d'arte, soprattutto americano, ma il dato più importante è quello degli italiani. Gli italiani fanno vacanze e restano in Italia. Questo è un motivo per noi di vanto e orgoglio".
Conferma le buone previsioni Garavaglia: "Tolto il tappo, abbiamo tanta tanta voglia d'Italia tra i turisti del mondo. Una sorta di 'revenge tourism' come dice Roberta Garibaldi dell'Enit". Ora che le regole anti-Covid anche in Italia si sono allentate, "dai primi dati - aggiunge - notiamo che su aprile maggio e giugno l'Italia ha un tasso di riempimento delle strutture ricettive di 10 punti superiore alla Spagna, nostro tradizionale competitor. C'è un rimbalzo ma dobbiamo renderlo strutturale".
Gli albergatori però non nascondono i nuovi problemi del settore. Se prima si parlava di abusivismo e overtourism, ora gli argomenti caldi sono la burocrazia (da snellire prestissimo) e la carenza di personale. "Questi anni hanno messo in risalto quanto importante sia per la nostra attività poter contare su collaboratori validi, professionalmente competenti e motivati.
Purtroppo, ai tradizionali problemi di reperimento della manodopera si aggiunge oggi un fenomeno di allontanamento del personale dal nostro settore" dice Bocca, ma lo confermano anche gli altri ospiti come lo chef stellato Carlo Cracco ("la ristorazione negli hotel sta diventando un valore aggiunto sempre più importante") e il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini che annuncia una legge regionale per attrare talenti dall'estero e far restare quelli nostrani in Italia.
Il problema delle professionalità è il primo sulla lista di Garavaglia: "Mancano 300-350 mila figure - dice agli albergatori - nel mondo del turismo e con il numero alto di disoccupati che abbiamo vuol dire che c'è qualcosa che non va. L'idea è quella di vederci la prossima settimana con il ministro Orlando e fare un tavolo con gli operatori per vedere cosa si può fare nell'immediato. Il reddito di cittadinanza e la Naspi vanno riviste, perché sono un ostacolo all'incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma anche un ripensamento sui voucher". E alla conferenza della Lega "L''Italia che vogliamo" aggiunge: "Abbiamo bisogno di un aggiustamento radicale. Propongo un'uscita graduale, ad esempio, penso che a uno stagionale glielo togliamo al 50% purché vada a lavorare". Una proposta che "va nella giusta direzione", plaude Bocca.
Nelle priorità del ministero anche una maggiore flessibilità del Pnrr. "Per il turismo abbiamo 2,4 miliardi e sono l'1% ma il settore pesa il 13% del Pil. Lo abbiamo trovato dal governo precedente, quindi cerchiamo di fare il meglio con quello che abbiamo sfruttando l'effetto leva con cui diventano 7 miliardi.
Il primo tema sul Pnrr è quello della flessibilità. L'ultima cosa che possiamo permetterci come sistema paese è avere 200 miliardi e non usarli tutti. Quando hai misure che tirano bisogna rifinanziarle. Dobbiamo reperire altre risorse con i normali mezzi di bilancio, ma su questo il ministro Franco mi ha dato rassicurazioni".
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