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Gli "incappucciati" di Philip Guston approdano in museo

(ANSA) - NEW YORK, 11 MAG - Due anni dopo essere stato messo all'indice con relative polemiche e ripensamenti, uno dei piu' influenti artisti americani del Novecento, Philip Guston, torna alla luce al Museum of Fine Arts di Boston assieme agli "incappucciati" del Ku Klux Klan da lui ossessivamente dipinti in una fase della sua carriera. Con 73 dipinti e 27 oggetti, il museo di Boston e' la prima tappa di un tour che avrebbe dovuto portare nel 2020 le opere dell'artista americano di origine canadese anche a Washington, Houston e Londra ma che nel settembre di quell'anno era stato bloccato dopo le proteste in strada seguite all'uccisione dell'afro-americano George Floyd a Minneapolis sotto il peso del ginocchio di un poliziotto bianco. Pomo della discordia, gli uomini del Klan: uno dei primi espressionisti astratti tornato negli anni '60 a uno stile figurativo, Guston dipinse il KKK negli anni Sessanta, ispirato dalle proteste per i diritti civili. "Sono autoritratti. Li immagino come se fossi io sotto il cappuccio", disse una volta l'artista, figlio di un ebreo emigrato in Canada da Odessa e morto a Woodstock nel 1980 a 66 anni. Il rinvio della mostra per far si' che "il potente messaggio di giustizia sociale e razziale" dell'artista potesse essere piu' chiaramente interpretato era stato accolto da proteste. Centinaia di importanti artisti avevano firmato una lettera aperta affermando che i quattro musei, "temendo la controversia" avevano fatto un passo indietro "sottostimando l'intelligenza del loro pubblico". Adesso, in ritardo sul progetto iniziale, il tour ha preso il via. Il Museum of Fine Arts di Boston, dove la mostra sara' aperta fino all'11 settembre, ha preso precauzioni: ha assunto uno specialista in traumi per gestire meglio le immagini del Klan e creato percorsi speciali che permettono ai visitatori di non passare davanti ai quadri che potrebbero risultare per loro offensivi. La mostra di Boston ne ha messo al centro uno: appartiene al museo ma essendo in cattive condizioni di conservazioni era stato inizialmente escluso dalla lista delle opere da esporre.
    Intitolato "The Deluge", il quadro del 1969 mostra un paesaggio invaso dalle acque sotto il quale i restauratori hanno riportato in luce tre piccoli cappucci del KKK che possono essere visti a occhio nudo soltanto in certe condizioni di luce. "Nessuno li aveva visti fino a oggi", ha detto Ethan Lasser, uno dei curatori della mostra, e a quel punto "The Deluge" è diventato "il cuore pulsante della rassegna" perche' "ha puntato i riflettori sul messaggio di Guston. Che il male e' nascosto in piena luce. Che la supremazia bianca e' sempre li', sotto il pelo dell'acqua. Ed era li', nascosta dentro il nostro museo".
    (ANSA).
   

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