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' No, neon, no cry' ricorda storia galleria bolognese

(ANSA) - BOLOGNA, 11 MAG - La Project Room del MAMbo-Museo d'Arte Moderna di Bologna torna a giocare il ruolo di contenitore tematico che accoglie, ricostruisce, racconta e valorizza le esperienze artistiche del territorio bolognese ed emiliano-romagnolo, dopo un breve periodo di chiusura per lavori. Dal 12 maggio al 4 ottobre è aperta al pubblico 'No, neon, no cry' a cura di Gino Gianuizzi, mostra che tenta una narrazione della complessa, sfaccettata, "disordinata" storia della galleria neon.
    Nata nel 1981 senza un programma, senza strategia, senza budget e senza obiettivi predeterminati, neon è stata un laboratorio permanente, una comunità per artisti, critici e curatori e un luogo di formazione per tutte le persone che vi hanno collaborato. Dal suo archivio risultano oltre trecento mostre all'attivo, cui si sono aggiunte nel tempo numerose attività collaterali, collaborazioni e iniziative esterne.
    Questa immensa mole di materiali ha posto una sfida al curatore, da sempre anima della galleria: come approcciarsi alla magmatica attività ultra quarantennale di neon per raccontarla attraverso una mostra, senza limitarsi al progetto strettamente documentale o, all'opposto, tentare un impossibile "best of" degli artisti e delle opere che vi hanno trovato accoglienza. La risposta è il ricorso alla formula della 'wunderkammer': lo spazio della Project Room del MAMbo verrà abitato da opere in proliferazione, da un accumulo visivo in cui inoltrarsi con circospezione tentando di decifrare i singoli lavori e di ricondurli agli artisti. La mostra include lavori di 52 artiste e artisti, a testimoniare la ricchezza di relazioni costruite nel tempo da neon. (ANSA).
   

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