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Verger, nel lockdown abbiamo fatto gli archeologi nei depositi

ROMA - ''Nei mesi di chiusura a causa della pandemia abbiamo fatto gli archeologi nei depositi del museo.
    Siamo riusciti a individuare tanti capolavori che erano stati concessi per mostre e poi sono rimasti nelle casse e altri completamente dimenticati''. Sthépane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano racconta il lavoro nascosto che durante il lockdown ha impegnato il personale delle quattro sedi della prestigiosa struttura espositiva - Palazzo Massimo, Terme di Diocleziano, Crypta Balbi e Palazzo Altemps - scrigni di capolavori che raccontano la gloria dell' Urbe attraverso collezioni di altissimo valore ma anche miniera di tesori conservati nell' ombra che meritano di essere valorizzati. ''In questi mesi - dice Verger all' ANSA - ci siano concentrati su molti progetti, in particolare per la Crypta Balbi, conosciuta per le raccolta dell' Alto Medioevo ma il museo è un decimo dell' intera superficie e quindi abbiamo cominciato i lavori per la messa in sicurezza''. Per Crypta Balbi sono previsti gli interventi del progetto 'Urbs. Dalla città alla Campagna Romana' finanziato dal Pnrr che sarà realizzato insieme con il Parco archeologico dell' Appia Antica. ''Si tratta di un grande lavoro di progettazione dell' ufficio tecnico del Museo Nazionale Romano - spiega - anche perché abbiano avviato un rilievo completo della Crypta che non esisteva. Il laboratorio di restauro ha lavorato poi alla manutenzione ordinaria delle opere, quelle nelle sale espositive di Palazzo Massimo e quelle custodite nei magazzini, individuando quali avevano bisogno di interventi''.
    ''Abbiamo fatto gli archeologi - aggiunge il direttore - sia per le statue sia per contesti archeologici importanti, come quello delle necropoli orientalizzanti dell' ottavo-settimo secolo avanti cristo di Castel di Decima e Laurentina, due grandissime necropoli che consentono di ricostruire la società laziale di quell' epoca, subito dopo la fondazione di Roma, con tombe e tanto materiale importato dalla Grecia''. Anche in questo caso sono stati messi in sicurezza reperti che risalgono agli scavi degli anni Ottanta, ricollocati e ripuliti i blocchi delle tombe che erano stati portati al museo. Ora si potrà procedere a nuovi scavi scientifici magari con il contributo delle università e degli istituti stranieri a Roma.
    ''Le quattro sedi del Museo Nazionale, anticipa Verger - ospiteranno all' inizio dell' anno prossimo la grande mostra 'Storie di Roma' che racconterà la città partendo da piccole vicende archeologiche, dalla preistoria a oggi, in una analisi globale perché le ricerche e gli interventi non riguardano solo l' antico ma l'intera cronologia della città''. Man mano si comincerà a rivedere tutti i percorsi delle sedi museali e a crearne di nuovi, a partire da Palazzo Altemps. Qui ci si concentrerà sull' aspetto didattico, sul palazzo, sulle collezioni moderne come la Ludovisi, e sulle grandi collezioni romane antiche di scultura greca. ''In questi mesi, ad esempio, - osserva Verger- abbiamo ripreso in considerazione un contesto fantastico, quasi unico, di sculture datate fine secondo secolo-inizi primo secolo di Fianello Sabino, in provincia di Rieti, una collezione che proviene sicuramente da una villa aristocratica della zona che mostrano tutti i tipi di scultura importati da Delo o da Atene, espressione della cultura ellenistica delle élite romane e laziali della fine della Repubblica. E' praticamente la prima collezione conosciuta a Roma di statue greche. Anche questo sarà presentato nella mostra''.
    Quanto alla tendenza diffusa e ormai ricorrente di proporre mostre incentrate sul confronto tra antico e moderno, Verger ha le idee chiare: ''Il dialogo serve solo se è utile. Dobbiamo vedere che tipo di rapporto abbiamo con l' antichità. Può essere scientifico, oppure poetico o artistico. E allora più che di dialogo si deve parlare di sguardo all' antico da punti di vista diversi''. Nelle ultime settimane a colpire il direttore è stato il progetto di inclusione sociale intitolato 'Museo per tutti' rivolto alle persone con disabilità intellettiva realizzato in 18 luoghi di cultura italiani dal servizio educativo del museo con l' Associazione L' Abilità, con il sostegno della Fondazione De Agostini. ''E' una iniziativa bellissima - fa notare -. Per il Museo Nazionale Romano abbiamo messo a punto le guide delle nostre quattro sedi per i visitatori piccoli e grandi con questo tipo di problemi. E' uno strumento importante che ci servirà per impostare proprio il lavoro sui nuovi percorsi, che dovranno essere accessibili a tutti. Queste guide costituiranno la base della nuova concezione dei percorsi espositivi''. (ANSA).
   

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