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Apre la GES-2, nuovo tempio dell'arte contemporanea di Mosca

MOSCA - Oltre sette anni di lavori, ben 30mila metri quadri di spazi recuperati su quattro livelli, nessun risparmio di risorse (si parla di un miliardo di euro d'investimento). È la GES-2 di Mosca, nuovo tempio dell'arte contemporanea russa (ma di livello internazionale) nato grazie alla generosità di Leonid Mikhelson, multimiliardario e patron della Novatek, la visione di Teresa Mavica, italianissima direttrice della fondazione VAC, nonché il genio di Renzo Piano, autore del progetto di riconversione. Bene. Numeri pazzeschi che finalmente, da domani, incontreranno le persone, con l'apertura al pubblico di questo luogo straordinario. Che sarà molto più di un museo.

"La GES-2 rappresenta un nuovo concetto di spazio culturale, che ha l'obiettivo di mettere insieme la gente", spiega Teresa Mavica. "Un luogo come questo, che recupera l'idea della Casa della Cultura, presente in Russia ben prima dell'avvento del comunismo, ci dà la possibilità di collaborare: un museo tradizionale serve per ammirare l'arte, qui si viene per partecipare, per essere parte di un processo". Le case della cultura, infatti, divennero in Russia il primo esempio di istituzioni multidisciplinari, ospitando sotto lo stesso tetto biblioteche, gallerie, teatri, laboratori creativi, sale da concerto, musei, cinema e persino scuole. "Attraverso questo approccio", nota il claim dell'inaugurazione, "l'attività culturale fu resa accessibile a un pubblico più ampio e al pubblico fu offerto un luogo per la creatività: l'arte non era più percepita come elitaria ma progettata per essere organicamente inclusiva".

La GES-2 è esattamente questo. Nella struttura ci sono caffè e ristoranti, cinema, zone per i concerti, aree per i workshop, sale espositive e chi più ne ha più ne metta. Le prossime cinque stagioni sono già state delineate (ognuna dura circa sei mesi) e sono raggruppate dal titolo 'Holy Barbarians'. E fin da subito si capisce che la sperimentazione, qui, è di casa.

Il programma del 2021-2022 apre con il progetto Santa Barbara dell'artista islandese Ragnar Kjartansson. Il sottotitolo è intrigante. "Come non essere colonizzati?". Santa Barbara è il titolo di una serie televisiva americana andata in onda in Russia a una settimana dalla caduta dell'Unione Sovietica, praticamente il primo incontro ravvicinato del terzo tipo tra l'homo sovieticus e la cultura iper-capitalista-consumistica occidentale. "Fu come lo sbarco degli alieni", ricorda Katia Chuchalina, la capo curatrice della GES-2. L'esercizio ruota allora intorno a una domanda: come costruire un dialogo con la cultura occidentale senza perdere la propria voce? Volendo è proprio la storia di questi ultimi 30 anni e ora sarà compito di una nuova generazione di artisti arrivare a una sintesi.

Intanto, per celebrare quella pietra miliare, sotto la direzione di Kjartansson una troupe professionale, guidata dalla regista Ása Helga Hjörleifsdóttir, metterà in scena, girerà e distribuirà circa 100 episodi della soap opera (ma in russo). Le riprese di ogni episodio devono essere completate in un giorno. Gli attori (professionisti e dilettanti) lavoreranno come se fossero in un teatro: tutte le scene saranno girate in una sola ripresa. I set, i costumi e gli oggetti di scena di ogni episodio riproducono quelli utilizzati nel serial originale. Ecco, questa è la GES-2. E appunto, siamo solo all'inizio. Questa bellissima scatola ora va riempita. "Lo faremo con nuove produzioni di discipline artistiche diverse", sottolinea il direttore artistico Francesco Manacorda. "Noi vogliamo portare non solo l'arte visiva ma anche il cinema, la danza, il teatro, la poesia in completo dialogo tra loro e con il pubblico di Mosca".

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