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Taranta non sia solo tv ma torni cultura, appello a Regione

(ANSA) - ROMA, 27 SET - Avviare ''una riflessione sull'operato della Fondazione Notte della Taranta e su quanto si sta compiendo sotto i nostri occhi. Magari aprendo - in qualità di governo regionale - un tavolo di discussione onesta e circolare sulle "promesse tradite" delle istituzioni pubbliche rispetto a un movimento culturale nato dal basso''. E' quello che si chiede in un appello al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e all'Assessore alla Cultura e al Turismo Massimo Bray, firmato da esponenti della cultura e dello spettacolo (da Andrea Carlino a Lele Marchitelli a Guido Ruotolo, da Sandro Cappelletto a Ferdinando Blasi) ma anche della società civile. Si parte dalla denuncia della "deriva commerciale e televisiva della Notte della taranta'' (''che aveva trovato un suo primo momento apicale nel 2019, con la sconcertante presenza, come "presentatori", della soubrette Belen Rodriguez e del suo compagno (di allora) Stefano De Martino''), delle ''attività imperniate sulla logica dell'evento, l'esclusiva ricerca di visibilità, accompagnata da una certa "ansia da prestazione", per cui ogni anno pare bisogni alzare il tiro, in termini meramente quantitativi, senza il conforto di un lavoro culturale più vasto'' che a loro avviso ''hanno procurato un profondo snaturamento e svilimento del "patrimonio" che si vorrebbe "valorizzare". Per questo - scrivono ancora - chiamiamo in causa la Fondazione Notte della Taranta, istituto che impegna una percentuale cospicua del budget regionale per lo spettacolo dal vivo, e di fatto controllata dall'ente regione e comuni della Grecìa salentina, che dunque ne condividono anche le responsabilità gestionali''. Questo per chiedere ''un'operazione volta alla trasparenza sul piano dei rapporti contrattuali con l'emittente televisiva'', ma soprattutto per proporre ''alcune proposte operative, frutto di una ormai lunga concertazione: - occorre una modifica allo Statuto della Fondazione, che preveda esplicitamente una percentuale minima del bilancio annuale (ad esempio il 30%) da destinare a progetti culturali che non siano il Concertone e il relativo festival''. ''Fra gli obiettivi prioritari della Fondazione - sostiene l'appello - dovrebbero esserci la creazione e la gestione di una biblioteca e di un archivio multimediale dedicati alla musica salentina e al tarantismo, da mettere a disposizione, con le competenze adeguate, di cittadini, studiosi e appassionati; - va ricostituito un Comitato Scientifico autorevole e messo in condizione di svolgere dignitosamente i propri compiti; - per quanto riguarda l'evento estivo, sarebbe auspicabile una maggiore autonomia fra il management culturale - selezionato con criteri e procedure trasparenti fra riconosciuti professionisti del settore - e gli organi di indirizzo politico (che di fatto ora gestiscono la totalità dell'evento). Probabilmente anche in questo caso potrebbe essere utile una revisione statutaria che dichiari l'incompatibilità fra cariche elettive ed appartenenza agli organi della Fondazione; - infine, il Concertone deve abbandonare la logica puramente televisiva nazionale e ritornare ad essere soprattutto un luogo di incontro della vasta comunità di appassionati della musica popolare salentina. Senza trascurare, nel disegno dello spettacolo, nella scelta del maestro concertatore e degli ospiti, un più alto standard qualitativo e una attenzione particolare alle "musiche del mondo", promuovendo anche così, in musiche, danze e parole, il dialogo fra popoli e culture''.
    (ANSA).
   

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