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Torna visibile, rivista, la collezione permanente del Mudec

MILANO - Dal 17 settembre torna visibile ma completamente rivista la collezione permanente del Mudec, il museo delle culture di Milano, che espone quasi 500 dei novemila oggetti etnografici di proprietà del Comune. 'Milano globale. Il mondo visto da qui' è il titolo, o meglio il filo conduttore, dell'allestimento che mira, partendo da Milano e dalla sua internazionalità, a raccontare colonialismo, migrazioni e multiculturalità attraverso cinque sezioni.

La prima è dedicata a 'Milano nel mondo spagnolo'. Nel Cinquecento, infatti, cioè quando iniziò l'esplorazione delle Americhe (e con essa colonialismo, e in qualche modo la globalizzazione) la città faceva parte dell'impero spagnolo. E qui hanno iniziato a giungere oggetti non europei come quelli della collezione di Manfredo Settala, o i manufatti in argento delle miniere di Potosì in Bolivia. Grande, anzi devastante, l'impatto per i nativi americani, che avevano creato società complesse come dimostra la grande installazione che espone l'arte fittile delle Ande centrali tra il 3000 a.C. fino alla conquista (1532). La parte centrale della sezione è dedicata al cacao che ha cambiato le abitudini alimentari dell'intero globo.

Oltre al cacao però sono arrivati anche tè, caffè e sono aumentati gli scambi anche con l'Oriente, ed è proprio alla 'nuova dimensione globale del mondo asiatico' che è dedicata la seconda sezione che mostra prodotti di lusso come i tessuti e le porcellane cinesi e anche le cineserie, come quelle delle manifatture Clerici e Rubati che prediligevano motivi orientali.

E' invece dedicata alla 'Corsa verso l'Africa' la terza sezione con l'approccio al Continente delle potenze europee e, a fine Ottocento, anche dell'Italia che arriva in Tripolitania, Eritrea e Somalia, primi passi del colonialismo che prosegue negli anni del fascismo con la conquista definitiva di Libia ed Eritrea. Una sezione che mostra anche opere inedite provenienti dal museo della guerra. La quarta sezione invece apre alla riflessione critica sul colonialismo mentre la quinta riguarda gli 'Afrodiscendenti nella Milano globale' ovvero mostra Milano attraverso gli occhi di coloro che la abitano ma ha origini altrove, con l'obiettivo di mostrare come contribuiscano a cambiare la città e il senso dell'essere milanesi e italiani. 

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