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Ciao Maschio, volto, potere e identità uomini in mostra

ROMA -Il corpo, la rappresentazione, i diritti, le battaglie, le differenze. Se le donne, almeno a partire dal '68, le abbiamo (e si sono) raccontate e analizzate da molti punti vista, altrettanto non si può dire degli uomini. È la scommessa di "Ciao Maschio. Volto, potere e identità dell'uomo contemporaneo", mostra dal 23 giugno e fino al 14 novembre alla Galleria d'arte moderna a Roma, che, quasi come un manifesto, prende il titolo dal celebre film del '78 diretto da Marco Ferreri (con un Gerard Depardieu che con le donne arriva usare un fischietto, perché non riesce a sostenere un dialogo), diventando una vera e propria riflessione attraverso l'arte sull'evoluzione della rappresentazione e del ruolo dell'uomo nella società e i cambiamenti che ha comportato, in particolare dalla seconda metà degli anni Sessanta. Quasi una risposta a distanza, racconta la sovrintendente capitolina ai Beni Culturali Maria Vittoria Marini Clarelli, "alla mostra di due anni fa che abbiamo dedicato alle Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione". Un tema, quello uomo-donna, "su cui c'è ancora molto da lavorare - aggiunge l'Assessora alla cultura di Roma Capitale, Lorenza Fruci - Spero che Ciao Maschio sia un saluto di accoglienza da parte delle donne, perché come ci ha insegnato il femminismo degli anni '70, da sole non si può cambiare. Bisogna esserci tutti, uomini e donne". Curata da Arianna Angelelli e Claudio Crescentini, la mostra della Gam di oggi è un viaggio nell'universo maschile lungo più di 100 opere, tra dipinti, sculture, grafica, fotografia, film d'arte e sperimentali, video-performances e installazioni, di cui molte mai esposte prima (tra i tanti artisti, anche Agnese De Donato, Willem De Kooning, Renato Guttuso, Renato Mambor, Ugo Nespolo, Pino Pascali, Giuseppe Penone,Toti Scialoja, Francesco Vezzoli, Mark Jenkins, Fausto Pirandello) provenienti in parte dalle collezioni d'arte contemporanea capitoline oltre che dal MAXXI, dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Peccidi Prato, da UniCreditSpA e da collezioni private. "Siamo partiti dal potere dell'iconografia", racconta Crescentini davanti alla sorprendente galleria di ritratti che mette insieme leader come Krusciov, Kennedy, Obama e Ho Chi Min. Per scoprire, sottolinea, che "dal Kennedy del '64 a Obama nel 2008 fino ai cartelloni che vediamo oggi in giro per Roma, l'immagine è sempre la stessa, con il leader, uomo, ritratto di tre quarti". C'è poi il Volto del terrore con i tre dittatori del Novecento: Hitler, Mussolini, Stalin, ma anche il ritratto di Gerard Ricther dello zio Rudy, esponente della Gestapo. E poi ecco i ritratti di Onorato Caetani firmati da Balla o il celebre Cardinal Decano di Scipione. E ancora, l'Identità maschile, a testimoniare anche, tra edonismo, narcisismo e superuomo, quanto nell'arte gli uomini ritraggano uomini. Dall'Alberto Moravia di Carlo Levi al Jannis Kounellis di Claudio Abate. O le tre polaroid che Mario Schifano scattò ad Andy Warhol e che il maestro della pop art firmò come fossero autoritratti. E ancora, il Culto del corpo e l'etica dello sport, tra l'Autoritratto di Giorgio De Chirico e l'Uomo nudo di Michelangelo Pistoletto, fino agli Uomini visti dalle donne, come Ezra Pound immortalato da Lisetta Carmi o la copertina firmata nel 1973 da Agnese De Donato per il debutto di Effe, la prima rivista femminista in Italia e la seconda al mondo. E c'è anche una rassegna di film d'arte intitolata Un supermaschio, realizzata con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, con chicche come gli scambi cinematografici tra Marco Ferreri e Schifano, cui seguiranno le proiezioni del Grande Freddo e di Ciao Maschio alla Casa del cinema (il 18 settembre e il 5 ottobre)

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