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MoMA, cambio della guardia ai vertici dopo il caso Leon Black

NEW YORK - Un mese dopo l'annuncio che il miliardario Leon Black non avrebbe chiesto di essere rieletto come presidente del board del MoMA, il museo americano cambia gli assetti al vertice tra le proteste degli attivisti che si erano battuti per una ristrutturazione piu' radicale e per i quali "e' solo un gioco delle sedie". A sostituire Black, uscito di scena per legami poco chiari con il finanziere pedofilo Jeffrey Epstein, sara' un'altra tycoon, Marie-Josée Kravis, ad oggi presidente emerita, che raccogliera' il testimone il primo luglio. La miliardaria, terza moglie del barone della finanza d'assalto Henry Kravis (gli diede il volto Jonathan Pryce nel telefilm "Barbarians at the Gate" sull'acquisizione di Nabisco; suo il fondo Kkr entrato di recente in Fibercop, la rete secondaria di Tim), fa parte del consiglio di amministrazione del MoMA dal 1994 e ne e' stata presidente tra 2008 e 2015. Sia lei che il marito hanno donato un Matisse al museo e centinaia di milioni di dollari a istituzioni come la Rockefeller University e l'ospedale oncologico Sloan Kettering, ma anche a cause del partito repubblicano, tra cui un milione di dollari per l'insediamento dell'ex presidente Donald Trump. Lei poi e' presidente del Board of Trustees dell'Hudson Institute, un think tank conservatore molto influente nel determinare le politiche del Gop. La successione ha riacceso tensioni gia' sollevate dopo la scoperta che Black, fondatore del fondo di private equity Apollo e l'acquirente dell'"Urlo" di Edvard Munch, aveva pagato a Epstein 158 milioni di dollari per non meglio precisate "consulenze fiscali" tra 2012 e 2017: dopo dunque la prima condanna per pedofilia in Florida nel 2008, ma prima del secondo arresto del luglio 2019. Epstein e' poi morto suicida in carcere a New York portandosi dietro i suoi mille segreti.
Pur avendo annunciato l'uscita di scena ai vertici, Black e' rimasto al MoMA come membro del board nonostante le richieste dalla base per una totale presa di distanze. Centinaia di artisti, tra cui Nan Goldin e Xaviera Simmons, avevano chiesto la rimozione del miliardario e vari gruppi di attivisti erano scesi in piazza per denunciare temi piu' ampi nella gestione del museo. Era stata messa in discussione la leadership del direttore Glenn Lowry, al timone dal 1995 e il cui mandato e' stato rinnovato tre anni fa fino al 2025: un record assoluto dalla fondazione nel 1929. In una lettera a Lowry, i manifestanti di Strike MoMA hanno annunciato una nuova protesta venerdì all'interno del museo: "Il MoMA getta benzina sul fuoco, scambiando un oligarga imperialista per un'altra. Un esercizio inutile perche' l'istituzione e' marcia fino al midollo". (ANSA).

   

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