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Dante nell'arte da Botticelli a Dorè

di Ida Bini (ANSA) - FIRENZE, 16 APR - Da Botticelli al Bronzino, da Delacroix a Dalì: sono tanti e famosi gli artisti che hanno ritratto Dante Alighieri e dipinto scene tratte dalla Divina Commedia. In attesa di vedere le mostre organizzate per le celebrazioni dei 700 anni dalla scomparsa di Dante, ecco 10 tra le opere più belle di pittori e illustratori che hanno omaggiato il Sommo Poeta, continua fonte di ispirazione.
    Dante e il suo poema. Nel 1465 Domenico di Michelino dipinse un ritratto di Dante per la cattedrale di santa Maria del Fiore di Firenze. Nella tela riuscì a unire Dante con il suo poema tra le mani, l'immagine di Firenze e la raffigurazione dei tre regni d'oltretomba con i dannati, la montagna del Purgatorio e le fasce curve sullo sfondo che simboleggiano il Paradiso. Il dipinto è ancora custodito nella cattedrale di Firenze.
    Dante rivolto verso il Purgatorio. Il dipinto, realizzato a olio nel 1530 da Agnolo Bronzino per ornare la dimora di un banchiere fiorentino, ritrae Dante ripreso in un momento di torsione: il corpo è di fronte ma la testa si volge alle spalle, creando un collegamento tra l'osservatore e lo sfondo del dipinto. Il poeta tiene in mano un libro aperto e la scelta del vestito rosso e dell'alloro sono un chiaro omaggio al famoso ritratto di Botticelli. Rispetto alla tradizione, tuttavia, il Bronzino non descrive tutti i tre regni della Divina Commedia ma accenna alla presenza dell'Inferno e illumina di celeste il Purgatorio, il regno cui lo stesso Dante, secondo i versi del poema, è destinato prima dell'ascesa al cielo. Il quadro è conservato agli Uffizi di Firenze.
    Inferno. E' l'illustrazione più famosa del primo canto dell'Inferno realizzata da Paul Gustave Doré nel 1861.
    Suggestiva, romantica ed epica, l'incisione illustra l'entrata di Dante nella Selva Oscura. Doré è tra i più noti illustratori della Divina Commedia: le sue incisioni di grande effetto e di fantasia inesauribile ebbero subito un grande successo. In autunno è prevista nel Complesso monumentale di santa Croce a Firenze la mostra "Dante Il poeta eterno" con la digitalizzazione di 135 tavole di Gustave Doré, rese disponibili dalla Fondazione Alinari.
    La voragine infernale. Tra il 1480 e il 1495 Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici commissionò a Sandro Botticelli 100 disegni danteschi su pergamena; il pittore fiorentino ne realizzò 92 e l'unico completo fu "La voragine infernale", una suggestiva rappresentazione dell'Inferno dantesco, un grande imbuto con elementi architettonici e figure miniaturizzate.
    Acquistato nel 1669 da Alessandro VIII, il disegno è conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
    La Barque de Dante. E' un dipinto a olio realizzato nel 1822 da Eugène Delacroix e oggi conservato al museo del Louvre. Nel quadro il pittore ritrae Dante e Virgilio traghettati al di là dello Stige, uno dei cinque fiumi presenti negli inferi, dal demonio Flegias, figura mitologica greca che il Sommo Poeta descrive come custode del quinto cerchio. Sullo sfondo si vede l'infuocata città di Dite, che Dante cita nel sesto girone dell'Inferno.
    Lucifero. Nel 1951 il governo italiano commissionò al pittore surrealista Salvator Dalì la realizzazione di un ciclo di acquerelli per celebrare l'anniversario della nascita di Dante.
    Il pittore catalano impiegò 9 anni a realizzare 100 xilografie a colori; le illustrazioni ritraevano in modo simbolico ed evocativo alcuni degli episodi più celebri del poema, di cui spiccavano i mostri spaventosi dell'Inferno, le creature evanescenti del Purgatorio e i cieli del Paradiso, tutti dipinti secondo la visione onirica del pittore. L'esposizione degli acquerelli non riscosse il successo sperato, mentre venne accolto con entusiasmo in Francia dove il ciclo pittorico su legno venne trasferito su carta e pubblicato da Les Heures Claires a Parigi nel 1960.
    Dante e Beatrice. E' un olio su tela di Henry Holiday, dipinto nel 1883 e oggi conservato nella Walker Art Gallery di Liverpool. Per la realizzazione dell'opera il pittore inglese si ispirò al lavoro del preraffaellita Dante Gabriel Rossetti e a "La Vita Nuova", l'opera autobiografica di Dante del 1294, dove il Poeta nascondeva il suo pudico amore per Beatrice fingendo di amare altre donne. Il dipinto di Holiday, infatti, raffigura il momento in cui Beatrice, avendo sentito delle voci a riguardo, si rifiuta di parlargli. La donna in abito bianco cammina sul lungarno di Firenze con un'amica e la sua serva.
    Paolo e Francesca. Sono 7 le versioni di questo dipinto di Jean-Auguste-Dominique Ingres, realizzati tra il 1814 e il 1819.
    Questa tela, conservata nel museo di Belle Arti di Angers, venne dipinta nel 1819 ed è considerata la più famosa e completa.
    Descrive il bacio di Paolo Malatesta a Francesca da Rimini, sorpresi da Gianciotto, marito di Francesca e fratello deforme di Paolo. L'amore adultero dei due giovani, uccisi da Gianciotto, è raccontato nel quinto canto dell'Inferno da Dante che li pone tra i lussuriosi del secondo cerchio.
    Beatrice si rivolge a Dante da un carro. Fa parte di una serie di illustrazioni per la Divina Commedia, realizzate da William Blake tra il 1824 e il 1827. Il dipinto, che si trova nella Tate Britain di Londra, illustra il primo incontro di Dante con la sua musa, che è rappresentata su un carro trainato da un grifone. Al fianco di Beatrice sono rappresentati i quattro evangelisti, mentre sotto ci sono le allegorie della Fede, in bianco, della Speranza con un abito verde e della Carità, di rosso vestita.
    Dante accompagnato da Beatrice attraversa la sfera di fuoco salendo verso il Paradiso. Amos Nattini è un famoso pittore che ha illustrato la Divina Commedia con 100 acquerelli. Il monumentale lavoro, realizzato in 20 anni, venne subito pensato per un'opera editoriale: i 3 volumi, uno per ogni cantica, furono stampati dalla Casa editrice Dante in mille esemplari numerati su carta di Fabriano e con caratteri di stampa ideati dallo stesso Nattini. Le illustrazioni, custodite nella Biblioteca Isimbardi di Milano, sono di stampo michelangiolesco per il movimento e la perfezione classica di corpi e figure dinamiche, in posture sempre diverse. La prospettiva della visione dei dipinti muta per i 3 regni ultraterreni: nell'Inferno guardiamo dall'alto la miseria dei dannati mentre nel Paradiso contempliamo santi e beati alzando gli occhi al cielo, come in questo quadro che rappresenta il primo canto del Paradiso. (ANSA).
   

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