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Costantino chef di Kimchi per la Repubblica di Corea

Tra ciotole, verdure fermentate e spezie, Costantino della Gherardesca è stato promosso "ambasciatore culturale" della Repubblica di Corea. Obiettivo, insegnare agli italiani come si cucina il Kimchi, l'iconico prodotto del paese asiatico (per intendersi al pari della pizza per l'Italia), la cui preparazione e condivisione, il Kimjang, nel 2013 è stata nominata patrimonio Unesco. Per sei puntate, dal 16 aprile sul canale Youtube dell'Istituto Culturale Coreano, il conduttore di Pechino Express sarà dunque insieme alla chef Sun Young Koo per mostrare come sbizzarrirsi con il prelibato piatto.

"Il cibo è cultura - spiega Costantino - e questo è ancor più vero nel caso del Kimchi. Sono molto contento di far conosce agli italiani la sua preparazione, molto semplice, ma che rappresenta un mondo di sapori e di cultura. La Corea è un paradigma in molti settori e credo che possa insegnare qualcosa a noi italiani, anche in cucina".

Immancabile oggi sulla tavola dei coreani, più che un piatto da portata, il Kimchi è una sorta di contorno da accompagnare con il riso. Citato sin dal Registro dei Tre Regni cinese dove si legge che "nel Regno di Goguryeo (l'antico nome della Corea) si producevano e mangiavano cibi fermentati", così come nella fonte coreana Samguk sagi (Cronache dei Tre Regni) risalente al periodo Goryeo (918-1392 d.C.), il Kimchi è stato ideato per permettere ai coreani di consumare più a lungo le verdure, soprattutto in inverno quando era più difficile trovarle. Le verdure in salamoia venivano così fermentate assieme alla salsa di condimento esaltando il gusto e la conservabilità. Solitamente si utilizzano il Baechu (Cavolo Kimchi), le rape, i cipollotti o i cetrioli. Ma non ci sono vere limitazioni e si possono scegliere anche cavoli, carote, cipolle o broccoli.

   

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