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Addio all' archeologo Paolo Moreno, dai Bronzi Riace a Cleopatra

 ROMA - Il mondo dell'archeologia e della storia dell'arte antica piange la scomparsa avvenuta stamattina a Roma a 86 anni del professor Paolo Moreno, grande studioso e instancabile divulgatore a cominciare dalle numerose e interessanti attribuzioni e identificazioni (da Fidia a Prassitele il vecchio) fino all'enorme contributo sui Bronzi di Riace.
    Proprio sulle meravigliose statue scoperte per caso nelle acque calabresi Moreno concentrò a lungo i suoi studi sintetizzati anche nel saggio I Bronzi di Riace, Il Maestro di Olimpia e i Sette a Tebe (Electa) fino a identificarli come Tideo e Anfiarao. "I Bronzi sono identificabili come Tideo e Anfiarao, esponenti dei Sette a Tebe, forgiati in Argo, rispettivamente da Agelada II di Argo e da Alcamene I di Lemno, i quali si rivelano a loro volta responsabili della decorazione del tempio di Zeus, soluzione binaria al tenace anonimato del Maestro di Olimpia" spiega anche sul suo sito www.paolomoreno.com.
    Nato nel 1934 a Udine, si laureò in Archeologia cristiana con Adriano Prandi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari. Fu poi allievo di Doro Levi alla Scuola Archeologica Italiana di Atene, di Ranuccio Bianchi Bandinelli e Giovanni Becatti a Roma. E' stato direttore dell'Istituto di Archeologia dell'Università di Bari, poi ordinario di Storia dell'arte antica a La Sapienza di Roma. Dal 1992 al 2008 ha insegnato Archeologia e storia dell'arte greca e romana all'Università Roma Tre.
    Soprattutto ha sistematicamente divulgato le proprie scoperte riguardanti celebri monumenti: da Fidia e Prassitele quali autori del gruppo colossale in bronzo di cui sono copia i Dioscuri del Quirinale all'identificazione del Giovane di Mozia col dio punico Melqart dalle tracce del rivestimento bronzeo; dal Satiro danzante di Mazara del Vallo assegnato a Prassitele all'Atleta del Getty Museum come bronzo di Lisippo, insieme all'Eracle da Sulmona e al Pugilatore delle terme; dall'Afrodite cantata da Apollonio Rodio rivelata nella Vittoria alata di Brescia alla denominazione di Cleopatra Capitolina per la presunta Venere dell'Esquilino.
    I funerali si svolgeranno in forma privata. 
   

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