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Black Lives Matter espugna il Guggenheim

Black Lives Matter espugna il Guggenheim: per la prima volta una afro-americana viene nominata Chief Curator. A partire da giugno Naomi Beckwith, stimata esperta di arte contemporanea del Museum of Contemporary Art Chicago, rivestirà anche il ruolo di vice direttore al posto di Nancy Spector, una veterana con 34 anni al museo che lo scorso ottobre si era dimessa dopo esser stata accusata di razzismo nella gestione del personale.

"L'esperienza di Naomi sara' preziosa per avanzare e ampliare le prospettive delle collezioni e della cultura del Guggenheim", ha ha detto il direttore Richard Armstrong. Nel nuovo ruolo la Beckwith avra' il controllo su raccolte, acquisti, mostre, pubblicazioni e programmi. Avrà inoltre la direzione strategica della rete di 'satelliti' di Bilbao, Venezia e in futuro Abu Dhabi. Il Guggenheim e' forse il museo americano finora piu' in prima linea per le polemiche a sfondo razziale: lo scorso giugno, sulla scia delle proteste suscitate dall'uccisione dell'afro-americano George Floyd da parte di poliziotti bianchi a Minneapolis, la direzione aveva ricevuto da un gruppo di curatori auto-definito "Per un miglior Guggenheim" una lettera che denunciava "un ambiente di lavoro ingiusto che autorizza il razzismo, la supremazia bianca e altre pratiche discriminatorie".

Il gruppo aveva chiesto dimissioni eccellenti tra cui quelle della Spector e di Armstrong. A gettare benzina sul fuoco erano state le accuse dell'afro-americana Chaedria LaBouvier, curatrice della mostra del 2019 su Jean-Michel Basquiat alla Spector e al resto della leadership: "Lavorare con loro e' stata l'esperienza professionale piu' razzista della mia vita". In seguito alle accuse i trustees del Guggenheim avevano affidato un'inchiesta indipendente a uno studio legale esterno al museo. Nessun elemento che potesse dimostrare che la LaBouvier fosse stata vittima di razzismo era venuto in luce, ma di li' a poco la Spector (nota per aver offerto alla Casa Bianca in prestito il "wc d'oro" di Maurizio Cattelan al posto di un Van Gogh) aveva lasciato il museo, che aveva piu' o meno contemporaneamente assunto la sua prima curatrice di colore, Ashley James. Da allora il Guggenheim si e' imbarcato in un programma biennale per aumentare diversità e inclusione, impegnandosi a esaminare storie di mostre e acquisti dell'ultimo decennio e a organizzare corsi di sensibilizzazione per i dipendenti contro ogni tipo di discriminazione razziale: "Non avrei accettato il lavoro - ha detto la Beckwith - se non fossi convinta della sincera volontà del Guggenheim di cambiare".

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