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Il direttore di Palazzo Massimo "Nei musei tanto lavoro anche a porte chiuse"

ROMA - "Vengo dalla Francia dove il lockdown è in vigore già da una settimana per la seconda ondata della pandemia. Me lo aspettavo ma prima di tutto conta la situazione sanitaria". Stèphane Verger, nuovo direttore del Museo Nazionale Romano, commenta così la chiusura dei musei annunciata dal ministro Franceschini tra le misure stabilite per contrastare la diffusione del Covid-19. "Sono i medici e chi si sta occupando della pandemia da sei mesi che devono dare le indicazioni - spiega all' ANSA -. Non mi compete dire se è giusto o no. E' un periodo talmente incerto. La cosa ragionevole è seguire le decisioni prese. Si spera che siano buone decisioni che permettano di restringere i contagi. Dobbiamo fare fronte insieme guardando al momento in cui si riaprirà con grande gioia di tutti".

Verger, che ha assunto proprio in questi giorni la guida del museo della capitale dotato di autonomia speciale, è ovviamente deluso anche per il rinvio della mostra dedicata ad Alberto Savinio che si sarebbe dovuta inaugurare l' 11 novembre ma guarda alle opportunità che possono essere sfruttate durante il lockdown. "Nei musei in generale e nel Museo Nazionale Romano in particolare c' è talmente tanto da fare per ripensare le collezioni, i percorsi espositivi, il restauro delle opere. Non sarà un periodo perso. Dietro le porte chiuse si continua a lavorare e poi si potrà mostrare il risultato di questa attività. Tanti miei colleghi la pensano così". Esponente del Consiglio scientifico del Museo del Louvre, Stéphane Verger è professore ordinario di archeologia all' Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi. Molto legato all' Italia e a Roma, è stato tra l' altro direttore dal 1999 al 2005 degli studi per l' Antichità all' Ecole Francaise de Rome, ha condotto ricerche nei siti archeologici in Turchia, Albania e in Basilicata. In una fase delicata come quella che si va prospettando in questi giorni, spiega, "un museo deve essere presente sui social, come è successo nei mesi scorsi. Abbiamo inaugurato il nuovo sito che implementeremo nelle prossime settimane con visite virtuali, intervento di specialisti, presentazioni di opere. Da un male possono uscire cose buone, un nuovo modo di presentare le collezioni, sperimentare percorsi nuovi".

Il direttore dice di aver trovato un museo in buona salute grazie al lavoro di svolto da Daniela Porro prima e da Alfonsina Russo nel periodo di interim. "Oltre a lavorare alla riorganizzazione interna - aggiunge - il periodo di chiusura sarà dedicato anche alle collezioni conservate nei magazzini e sugli archivi con l' idea di aprire questo patrimonio. La gente deve sapere che dietro il Museo Nazionale Romano c'è un altro museo altrettanto ricco e spettacolare che si dovrà far vedere.

Arriverà il tempo in cui saremo finalmente liberi di tornare nei musei". Il museo come luogo di educazione dovrà completare l' offerta didattica per i visitatori e le scuole a tutti i livelli per far capire che cosa è la storia l' archeologia, il mondo romano e medioevale in modo innovativo grazie alle nuove tecnologie e alla realtà aumentata. "Il Museo Nazionale Romano - sottolinea Verger - deve essere al centro di reti di ricerca sulle collezioni e continuare ad aprirsi agli scienziati che lavorano su questo specifico aspetto diventando un punto di riferimento per questa comunità di studiosi. Infine, dobbiamo costruire una rete tra i grandi musei dell' area del Mediterraneo per raccontare come concepiamo oggi la romanità antica".

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