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Viaggio nella fortuna tra luoghi magici e riti scaramantici

VERONA - Mai come quest'anno siamo tutti alla ricerca di un po' di fortuna; viaggiando scopriamo che ogni città nasconde luoghi magici e oggetti portafortuna le cui storie sono spesso molto intriganti e misteriose. Tra riti scaramantici e leggende popolari ecco i monumenti, le fontane, le statue e tutti quegli amuleti più famosi che, toccandoli, promettono prosperità, salute, amore e soldi.
    Se girate in Italia alla ricerca di luoghi originali e propizi, potete cominciare dal celebre balcone di Giulietta nel centro storico di Verona: qui strofinare il seno destro della statua in bronzo della celebre eroina shakespeariana si crede porti molta fortuna, soprattutto in amore, anche se da qualche anno i turisti in visita alla casa-museo di Giulietta toccano una copia della statua; l'originale, infatti, creata nel 1972 da Nereo Costantini, è stata trasferita all'interno del museo per preservarne la conservazione. Meno poetico ma altrettanto propizio è il gesto che si compie a Milano sotto la Galleria Vittorio Emanuele II, dove calpestare gli attributi del toro ritratto nel mosaico della pavimentazione è benaugurante, ma solo a patto di compiere con il tallone un triplo giro su se stessi. Niente di più facile visto che ormai nel pavimento liscio si è formato un buco che consente a tutti di ruotare tranquillamente, attirando la buona sorte. C'è un animale che porta fortuna anche a Firenze, dove da 380 anni nella loggia del Mercato Nuovo fiorentini e turisti accarezzano il muso di un cinghiale, soprannominato il "porcellino". A dire il vero il rito completo consiste nel mettere una moneta tra le sue fauci e lasciarla cadere nella grata della fontana dove scorre l'acqua; solo così la buona sorte è assicurata. A Pisa è una lucertola a due code la protagonista del popolare gesto scaramantico: il sauro porta fortuna da secoli dal portale bronzeo del Duomo che guarda verso il Battistero. L'animale venne scolpito nel tardo Cinquecento dall'architetto Raffaele Pagni e da allora pare garantisca buona sorte soprattutto agli studenti. La Sovrintendenza ai Beni culturali però da tempo ha deciso di transennare la porta della Cattedrale per evitarne l'usura. Non resta, dunque, che chiedere un miracolo da lontano o, in alternativa, di compiere un giro del Battistero su una gamba sola. Infine c'è un luogo ricco di fascino e di bellezza, immortalato anche al cinema, che si presta a un gesto scaramantico: è la fontana di Trevi, nel cuore di Roma, dove è consuetudine gettare di spalle una monetina nella monumentale vasca del Settecento per esaudire il desiderio di tornare nella Capitale. Se si vuole ottenere più fortuna è necessario gettarne almeno tre con la mano destra passando sulla spalla sinistra.
    Anche all'estero abbondano i luoghi portafortuna e le leggende popolari legati a essi. A New York, davanti al Bowling Green Park di Wall Street, la statua del toro realizzata nel 1989 da Arturo Di Modica è il simbolo del capitalismo e la leggenda vuole che, toccandogli gli attributi in bronzo ormai consumati, il successo negli affari sia assicurato. Spostandosi verso ovest, a Springfield, nell'Illinois, all'esterno della tomba dove riposa il sedicesimo presidente degli Usa, Abramo Lincoln, c'è un busto in bronzo in suo onore dove il naso è consumato: toccarlo, evidentemente, è un gesto portafortuna per chi ne visita il luogo di sepoltura. Anche nel vecchio Continente è facile imbattersi in luoghi avvolti dal mistero. A Dublino, per esempio, tra Grafton Street e Suffolk Street si trova la statua di Molly Malone, "la pescivendola più famosa d'Irlanda": la leggenda gaelica vuole che il fantasma della donna ancora oggi giri per quei vicoli con il suo carretto carico di vongole e molluschi; strofinare il seno della statua in bronzo è un gesto che porta prosperità. Sempre in Irlanda la pietra di Blarney, nel castello di Cork, è legata a un rito scaramantico di non facile realizzazione ma che assicura fortuna e molto divertimento: bisogna baciare la pietra incastonata nel muro sdraiandosi a terra, tenendosi saldi alla ringhiera e sporgendosi fino a raggiungerla. A dire il vero la fortuna, qui, sta nel compiere il gesto senza farsi del male.
    Nel centro di Brema, in Germania, la statua dei musicanti della celebre favola dei fratelli Grimm è consumata per le tante mani che sfregando le zampe dei protagonisti - un asino, un cane, un gatto e un gallo - collocati uno sopra l'altro, si assicurano tanta fortuna. Sotto il portico dell'edificio più piccolo della Grand Place di Bruxelles, la Maison de l'étoile all'angolo con rue Charles Buls, sfregare il braccio destro della statua di Everard t'Serclaes, il cavaliere che liberò la città belga dal dominio delle Fiandre nel 1365, fa avverare ogni desiderio.
    Questa credenza popolare è nata negli anni bui dell'occupazione tedesca durante la prima guerra mondiale, quando i cittadini di Bruxelles iniziarono ad accarezzare la statua per affidarle le speranze di liberazione. Nel cimitero Père Lachaise di Parigi, dove riposano molti nomi illustri, c'è una tomba che viene visitata ogni anno da migliaia di donne in cerca di maternità; pare che il sepolcro di Victor Noir, un giornalista francese ucciso a fucilate dal nipote di Napoleone, regali fertilità a chi tocca la sua pancia scolpita nel bronzo. E' sufficiente anche solo baciarne le labbra o lasciare dei fiori nel suo cappello. Sempre in Francia accarezzare la civetta scolpita nella pietra a un metro e mezzo da terra sui muri della cattedrale di Notre-Dame di Digione è di buon auspicio, ma per una buona dose di fortuna bisogna farlo con la mano sinistra.
    Per gli studenti in cerca di fortuna è necessario individuare una piccola rana scolpita nella pietra sulla facciata dell'università di Salamanca, in Spagna, per ottenere successo negli studi. L'animaletto, che si nasconde tra le tante sculture, si trova sopra un teschio dal Cinquecento, quando fu scolpito, dicono, per scongiurare la sifilide. Infine a Praga lungo il celebre ponte di san Carlo, simbolo della capitale ceca, toccare la statua di san Giovanni Nepomuceno porta prosperità. La scultura si trova dal 1683 nel punto in cui san Giovanni, allora prete di corte del re Venceslao IV, venne ucciso per essersi rifiutato di rompere il segreto della confessione; oggi si ritiene che accarezzare la croce del martire ed eroe porti un sacco di felicità. (ANSA).
   

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