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Con la pandemia crollo del fatturato turismo -73%, in fumo 40 mld

ROMA - E' paralisi dell'intera filiera del turismo italiano, che genera circa il 12% del nostro Pil, colpita duramente dalla pandemia che ha portato alla catastrofe dello "zero tourism" con 40 miliardi andati in fumo. La Cna stima che nel primo semestre del 2020 i ricavi subiranno una contrazione del 73%. E arriva anche il grido d'allarme di Assoturismo Confesercenti sugli effetti che il coronavirus avrà, dopo la batosta di marzo, sulle vacanze di Pasqua e i ponti di primavera inclusi, per un totale di 10,5 milioni di viaggiatori 'svaniti' e di 3,3 miliardi di consumi turistici perduti, secondo le stime di Cst Firenze. Il giro d'affari atteso, dicono i dati elaborati da Cna, è di appena 16 miliardi di euro rispetto ai 57 miliardi dello stesso periodo del 2019. Compromessa anche la stagione estiva: tra luglio e settembre mancheranno all'appello circa 25 milioni di stranieri e addirittura 50 milioni saranno quelli che non visiteranno l'Italia, se si considera il periodo tra febbraio e settembre. Il consuntivo del primo trimestre mostra una flessione del fatturato di 15,6 miliardi mentre per il secondo trimestre si prevede una contrazione di oltre 25 miliardi, anche tenendo conto di un allentamento delle misure restrittive. Il segmento più colpito è la ricettività alberghiera ed extra-alberghiera con un crollo del giro d'affari di 13 miliardi nella prima metà del 2020, da 17 a 4 miliardi di euro. Per la ristorazione si stima un fatturato a 3 miliardi di euro contro i 10 miliardi dello stesso periodo del 2019. In calo di 6,1 miliardi per lo shopping turistico. Molto colpiti anche i trasporti turistici con una perdita di fatturato stimata a 6,7 miliardi. In particolare la diffusione del virus a livello globale e le relative misure restrittive degli spostamenti si traducono nel mancato arrivo nella penisola di circa 25 milioni di stranieri nel periodo tra febbraio e giugno, pari a 82 milioni di presenze. Tra luglio e settembre altri 25 milioni di turisti stranieri non arriveranno in Italia per 98,5 milioni di presenze in meno. In totale tra febbraio e settembre la perdita di turisti stranieri ammonta a 50,2 milioni e circa 180,8 milioni di presenze. Per l'immediato, Cna propone, oltre agli interventi per il sostegno al reddito, l'introduzione di un bonus vacanze per le famiglie da utilizzare in Italia e in tutte le attività legate alla filiera del turismo che si caratterizza per oltre 500 mila imprese. Tra le altre misure suggerite, l'introduzione di un voucher in sostituzione di pacchetti turistici acquistati e prenotazioni disdettate o sospese da spendere nella filiera turistica. Ma è una situazione di shock. Il mese di aprile che rappresenta il momento della ripresa degli spostamenti, della riapertura delle imprese stagionali del balneare, dei laghi e più in generale del segmento dell'open air, è stato praticamente azzerato dall'emergenza. "Lo stop improvviso ha messo in ginocchio il comparto, colpendo direttamente tutte le attività della ricettività e dei servizi turistici. Lo scorso anno si dibattevano i presunti pericoli dell'overtourism, quest'anno si vive la catastrofe dello zero tourism" dice Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo. "Finora il governo non ha fatto abbastanza per alleviare la crisi del turismo. Imprese e operatori hanno visto crollare completamente i fatturati. L'indennità di 600 euro, che può essere utile per la sussistenza, non è un aiuto adeguato a sostenere uno dei settori chiave dell'economia italiana nel suo momento più difficile. Serve di più e subito, dalla moratoria degli affitti allo stop del fisco. Soprattutto, è necessaria una iniezione di liquidità consistente: ci avviamo a perdere tutta la stagione primaverile ed anche quella estiva non promette bene. Difficile che la ripresa arrivi prima del prossimo anno: senza un aiuto, le imprese turistiche salteranno come birilli" avverte il presidente nazionale di Assoturismo.

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