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Taddeo Di Bartolo, gigante del polittico

PERUGIA - Un lavoro paziente per comporre un puzzle che restituisce la grandezza di un' opera preziosa, smembrata da quasi due secoli. La pala di San Francesco al Prato di Perugia riacquista così il suo fascino originario grazie ai pezzi provenienti da Germania e Paesi Bassi, dal museo di Capodimonte a Napoli, da Assisi e Gubbio. Ricostruito con i 13 elementi che ne costituiscono il nucleo principale custoditi dalla Galleria Nazionale dell' Umbria, il capolavoro di Taddeo di Bartolo è il pezzo forte della prima grande monografia che Perugia dedica al maestro del polittico tra la fine del Trecento e i primi decenni del Quattrocento. Cento tavole selezionate dalla curatrice Gail Solberg, la sua studiosa più accreditata, dal 7 marzo al 20 giugno racconteranno la grandezza del pittore senese anche grazie ai prestiti da musei internazionali prestigiosi come il Louvre di Parigi e il Szépm?vészeti Múzeum di Budapest, e con la collaborazione di enti e istituti italiani. Presentata in streaming oggi alla stampa, l'esposizione - rassicurano gli organizzatori - aprirà al pubblico garantendo ai visitatori lo spazio di sicurezza indicato dal decreto appena emesso dal governo per la lotta al coronavirus.
    Taddeo di Bartolo (1362 circa - 1422), lavorò da artista itinerante spostandosi tra Toscana, Liguria, Umbria, e Lazio al servizio di famiglie politicamente ed economicamente potenti, autorità pubbliche, grandi ordini religiosi e confraternite, e rappresentò il legame tra i grandi senesi di inizio secolo, Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, e gli esponenti della scuola pittorica della città nel Quattrocento. Era il 1403 quando completò la stupenda Pala d' altare bifronte - 4,5 metri di larghezza - ora ricostruita nella Galleria Nazionale dell' Umbria in un ambiente che ricrea l' abside di una chiesa francescana.
    L'opera rimase al suo posto almeno fino alla metà dell'Ottocento, quando fu scomposta e molte porzioni del dipinto vennero portare via. Sette tavole della predella raffiguranti Storie di san Francesco arrivano da Landesmuseum di Hannover (Germania) e dal Kasteel Huis Berg a s'-Heerenberg (Paesi Bassi). Dal museo di Capodimonte il piccolo San Sebastiano, che con tutta probabilità decorava uno dei piloni della carpenteria.
    Manca un ultimo dipinto riconosciuto come parte integrante della pala: lo stato di conservazione precario non ha permesso lo spostamento dalla Yale University Art Gallery di New Haven, negli Stati Uniti. Saranno in mostra anche le cuspidi del trittico di Montepulciano e alcuni degli elementi del polittico di San Domenico a Gubbio. La tavola di Volterra, polittico che dal 1411 conserva intatta la sua originale carpenteria, documenterà la costruzione di questa tipologia di opere, che impegnò a fondo la bottega senese di Taddeo. "Nella loro complessità i polittici erano micro-architetture - ricorda Gail Solberg -. Dipinti composti da più scomparti in legno di pioppo strettamente uniti tra loro in modo da formare strutture che si auto sostengono sugli altari. Vere delizie per gli occhi, tali dipinti sono ricchi di colori, di ornati e sfavillanti d'oro".
    La mostra di Perugia offre uno sguardo completo sull'arte di Taddeo, dalla prima opera firmata e datata, alla quale apparteneva l'Annunciazione del KODE Museum di Bergen (Norvegia) (1389), fino alla Madonna Avvocata del Museo di Arte Sacra di Orte (Viterbo), del 1420, e documenta in 3D i cicli di affreschi realizzati per i palazzi più in vista di Siena, l'abside del duomo, la cappella e l'anticappella dei priori di Palazzo Pubblico. (ANSA).
   

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