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Carnevale, le frittelle della Serenissima

VENEZIA - Un tempo erano preparate esclusivamente dai "fritoleri", una vera corporazione nelle Venezia della Serenissima, che aveva un'area dedicata della città dove poter esercitare quest'arte pasticcera. Ancora oggi però le 'fritole', le frittelle veneziane, con l'uvetta e i pinoli, sono il dolce protagonista del Carnevale.
    Le 'frìtoe', in dialetto veneziano, dominano in questi giorni le vetrine delle pasticcerie del centro storico e della terraferma. Sono attese dai veneziani e da chiunque arriva in città per la festa, e si possono trovare in diverse varianti: alla crema, allo zabaione o al cioccolato, pistacchio e pure integrali. L'impasto, fritto, riempito a piacimento e cosparso di zucchero, ha una storia antica che risale ai tempi dei Dogi, quando la frittella, era considerata il "dolce nazionale". Ai 'fritoleri' potevano succedere solo i loro diretti discendenti.
    Un vero e proprio mestiere riconosciuto, praticato tra calli e campielli, e ha fatto parte della storia di Venezia fino alla fine dell'800. Lo stesso Carlo Goldoni dedica a questa storica figura una delle sue commedie, Il Campiello, scritta per il Carnevale 1755 con protagonista proprio una "fritolera", Orsola.
    L'arte della frìtola dalla laguna si è estesa, negli anni, a tutto il Veneto fino al Friuli-Venezia-Giulia, arrivando a contagiare anche altre culture come quella ebraica.ncora oggi, infatti, gli ebrei veneziani continuano a preparare la loro versione di questo prelibato dolce del Carnevale, in occasione della tradizionale festa del Purim. (ANSA).
   

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