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Raffaello 2020: a Villa Farnesina il rapporto con l'antico

(ANSA) - ROMA, 29 GEN - L'anniversario della morte di Raffaello (6 aprile 1520 - 6 aprile 2020) coincide con un'altra ricorrenza: la scomparsa del ricco banchiere del papa, il senese Agostino Chigi, avvenuta l'11 aprile 1520, a distanza di soli cinque giorni dal maestro di Urbino. Grandi protagonisti del Rinascimento, seppure a diverso titolo, i due sono stati accomunati da uno stretto rapporto di amicizia e anche dall'ambizione umanistica del magnum facere, tanto che Agostino Chigi, insieme ai papi Giulio II e Leone X, è stato il committente più assiduo e munifico di Raffaello.
    E' stato così che il grande Raffaello ha frequentato la residenza del banchiere Agostino, l'attuale Villa Farnesina, per dipingere il celeberrimo affresco nella Loggia di Galatea e decorare la volta della Loggia di Psiche, ma anche come 'familiare' del padrone di casa, ammirando e studiando le collezioni antiquarie che Agostino andava raccogliendo nella villa e nei suoi giardini (statue, ma anche rilievi, medaglie e spettacolari cammei), in qualche modo modelli per le invenzioni che l'Urbinate con la sua scuola e altri artisti diffondevano attraverso dipinti, arazzi, stampe, vasellami.
    Al rapporto di amicizia tra i due e ai capolavori che nacquero anche grazie a questo sodalizio è dedicata la mostra aperta al pubblico dal 1 ottobre 2020 al 10 gennaio 2012 a Villa Farnesina in occasione del V centenario della morte di Raffaello e Agostino Chigi .
    Curata dal socio Linceo Alessandro Zuccari e dalla storica dell'arte Costanza Barbieri , l'esposizione metterà in luce un aspetto cruciale del Rinascimento finora non sufficientemente evidenziato: se la svolta classica di Raffaello nel secondo decennio del Cinquecento è ben nota, poca attenzione è stata riservata all'influenza che la prestigiosa collezione di statue, sarcofagi, rilievi, cammei e monete antiche raccolte da Agostino Chigi nella sua Villa ebbe sull'Urbinate. Approfondite indagini permettono oggi di ricostruire in modo più circostanziato quelle "magnifiche raccolte", disperse dopo la morte del banchiere senese e trasmigrate in altre grandi collezioni romane ed europee.
    Grazie a importanti prestiti di opere provenienti dal Museo Nazionale Archeologico di Napoli, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dai Musei Capitolini e dal Museo di Palazzo Altemps di Roma, dallo Staatliche Kunstsammlungen-Skulpturensammlung di Dresda, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e dai Musei Vaticani - sarà possibile riallestire, almeno in parte, la collezione del Chigi nel suo luogo originario e avere piena comprensione di quanto sia stata fonte d'ispirazione per lo stile classico di Raffaello e della sua scuola, di Peruzzi, di Sebastiano del Piombo e del Sodoma, contribuendo allo sviluppo del pieno Rinascimento. (ANSA).
   

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