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Lucio Fontana, l'ispiratore di altri mondi

MONFALCONE - "Non vengo per distruggere, ma per creare un modo nuovo per la pittura". Questo diceva di sé Lucio Fontana, l'autore dei celebri tagli e dei buchi sulla tela, padre geniale dello Spazialismo e fonte di stimoli e suggestioni per molti altri grandi nomi dell'arte della seconda metà del Novecento. Al pittore italiano, nato nel 1899 in Argentina, e ai "mondi oltre la tela, tra oggetto e pittura" è dedicata la mostra che la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone propone fino al 2 marzo.

I curatori Giovanni Granzotto e Leonardo Conti hanno selezionato una trentina di sue opere tra tele, ceramiche e carte, per mettere in luce le tematiche che, tra la fine degli anni '40 e il 1968, l' anno della sua morte a Varese, hanno rappresentato un modo radicalmente diverso di concepire la pittura. Il lavoro di Fontana visto, quindi, come un incipit della ricerca artistica contemporanea. Una lezione per altre figure - da Piero Manzoni a Agostino Bonalumi e Enrico Castellani, da Alberto Biasi a Gianni Colombo, da Mario Deluigi a Tancredi e Morandis, da Roberto Crippa a Gianni Dova, sino a Giuseppe Santomaso, Ettore Spalletti, Nunzio, Ben Ormenese, Sandro Martini, Riccardo Licata, Gastone Biggi e altri ancora - attraverso le quali i curatori hanno costruito con una cinquantina di loro opere il percorso espositivo in cui si possono riconoscere i mondi del maestro.

"Lucio Fontana non è un artista concettuale - spiega Granzotto -. Dalla sua matrice tradizionale barocca non si discostò mai. Tagli e buchi indicano un nuova concezione del fare pittura restando dentro l' arte, senza superare l' importanza del gesto creativo. Il taglio non è un rifiuto, ma la proposta di un altro mondo pittorico". Nei ciclo "Concetti spaziali-Attese", avviato nel 1958 e proseguito per un decennio, l'artista incide la tela con la lama con un gesto da scultore superando i limiti della rappresentazione "piatta", con il risultato di una tridimensionalità che insieme con la luce crea un rapporto inedito con lo spazio. Le opere esposte a Monfalcone offrono un panorama dettagliato sull'itinerario dell'artista, formatosi a Buenos Aires seguendo il padre scultore e poi trasferitosi a Milano, e raccontano quanto il maestro dello Spazialismo abbia influenzato "anche in termini umani per la sua generosità" i colleghi vicini e quelli più lontani da lui per storia e ricerca. "Fontana è un genio assoluto del '900 - rimarca il curatore -. Vale tanto, ma è nulla rispetto alle quotazioni astronomiche di certe barzellette americane contemporanee frutto di una bolla ridicola che sa di operazione 'militare' e mercantile. E' un caposcuola dell' arte italiana del '900, uno dei grandi, come Burri, Afro, Vedova".

La mostra è una nuova versione, con alcune aggiunte e rivisitazioni, dell'esposizione 'Lucio Fontana, la sua ombra lunga' tenutasi l' estate scorsa al Museo Archeologico Regionale di Aosta. La sezione dedicata ai protagonisti dello Spazialismo riunisce le esperienze artistiche lombarde e, soprattutto, veneziane, tra il 1948 e il 1958: le idee di Fontana si innestano a Venezia in un clima pittorico già orientato dalle esperienze decennali sulla luce di Virgilio Guidi e Mario Deluigi verso un'idea nuova di spazio pittorico. La sezione 'Azimut e dintorni' descrive il fermento creativo che, nell'ambito del fascino esercitato dalle intuizioni fontaniane, produsse la breve esperienza della rivista "Azimuth" e della galleria Azimut, fondate a Milano nel 1959 da Piero Manzoni ed Enrico Castellani. "Strutture dello spazio" affianca i lavori di artisti che concentrarono la loro ricerca sui rapporti "formali e metaforici" con lo spazio. In "Una pittura nuova", infine, trovano posto le opere che elaborano gli annunci di Fontana per una pittura "che diventa quasi sentimento o momento spaziale".

Tra le tele suggestive del maestro spiccano, in particolare, i tagli su fondo rosso e un fondamentale "Concetto spaziale" del 1955. "I tagli e i buchi costituiscono il tracciato di un percorso siderale - osserva Granzotto - una visione pittorica dello spazio. Sono la dimostrazione che mentre fa la rivoluzione, Fontana fa pittura".

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