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Viaggio tra i siti Unesco d'Italia - Lazio

di Ida Bini (ANSA) - ROMA, 20 NOV - E' il centro storico di Roma il sito Unesco più famoso del Lazio: l'elenco di chiese, monumenti e palazzi è lunghissimo e comprende opere, conosciute in tutto il mondo, di impareggiabile valore artistico, edificate nell'arco di quasi tre millenni di storia. Sono tutti monumenti antichi e simboli della città: il Colosseo, il Pantheon e i Fori Imperiali; il complesso di san Giovanni in Laterano e la basilica di san Paolo fuori le mura, solo per citarne alcuni.
    Nel corso dei secoli le opere romane, che abbracciano epoche diverse e stili che spesso si sovrappongono, hanno influenzato l'architettura e l'arte di tutto il mondo occidentale.
    Preservare questo straordinario patrimonio culturale è una priorità per l'Unesco che vuole proteggere l'autenticità del passato anche remoto della Capitale per permettere alle generazioni future di tutto il mondo di fruire di un bagaglio storico-artistico inestimabile. Visitarli tutti è come fare un viaggio nella storia, non solo dell'arte ma anche dell'umanità: così si cammina da piazza san Pietro con i musei Vaticani a piazza Navona fino al Pantheon; da fontana di Trevi a via dei Fori Imperiali con il Colosseo fino al Ghetto ebraico e, attraverso l'Isola Tiberina, fino a ritrovarsi tra i vicoli di Trastevere. Si passeggia tra colonne antiche che si sovrappongono a palazzi moderni, chiese rinascimentali che si stagliano accanto a tesori barocchi, con la possibilità di ammirare sculture e dipinti dei più grandi artisti del mondo, da Michelangelo a Bernini e a Caravaggio. Nel 1980 sono stati inseriti tra i beni dell'Unesco i palazzi e i monumenti del centro storico, tra cui molte proprietà extraterritoriali della Santa Sede, e la basilica di san Paolo fuori le mura. Tra gli edifici più famosi del centro spiccano il complesso di san Giovanni in Laterano e quello di santa Maria Maggiore; il palazzo di san Callisto e quello della Cancelleria; palazzo Maffei e quello di Propaganda Fide in piazza di Spagna. E, ancora, gli edifici su via sant'Egidio e al Gianicolo.
    Uscendo da Roma, a una trentina di chilometri dalla Capitale, c'è Tivoli che regala due splendidi gioielli: Villa Adriana e Villa d'Este, capolavori architettonici dal grande impatto scenografico. Villa Adriana, inserita tra i beni dell'Umanità nel 1999, risale al II secolo d.C. e nel suo complesso si ammirano il Teatro Marittimo, la Biblioteca greca, le Terme, il Canopo (una piscina con colonne e statue), la Piazza d'Oro con la Casa Colonica, l'Antinoeion (il luogo di culto dedicato ad Antinoo, amante di Adriano), e altri edifici residenziali, giardini e padiglioni. E' la più grande residenza mai appartenuta a un imperatore romano e ha un impianto architettonico molto innovativo rispetto all'epoca in cui venne progettata. Da quest'anno la Villa è sottoposta a una protezione rafforzata: rientra, infatti, tra i beni culturali dello scudo blu dell'Unesco, che protegge e mette in sicurezza le opere in caso di conflitto armato. La Villa, assieme alla Biblioteca nazionale di Firenze, il monastero di Geghard e Alta Valle dell'Azat in Armenia e la villa Tugendhat in Repubblica Ceca, non potrà essere colpita in caso di attacchi militari per "l'enorme patrimonio riveste e per il suo profondo valore simbolico". L'altro affascinate gioiello di Tivoli - e sito Unesco dal 2001- è Villa Este, realizzata dal cardinale Ippolito II, figlio di Lucrezia Borgia, per far rivivere in terra romana i fasti delle corti ferraresi e francesi. L'edificio regala interni affrescati e decorati superbamente e scenografici giochi d'acqua delle numerose fontane; il giardino è così bello e perfetto da essere stato preso come modello in tanti altri giardini europei. Con un solo biglietto d'entrata si vistano entrambe le Ville.
    Sempre fuori Roma, lungo il litorale e a pochi chilometri dalla Toscana, meritano una visita le necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia, testimoni eccezionali di quest'antica e colta civiltà, fiorente dal IX al VI secolo a.C. , con il ritrovamento nelle tombe di ricchi affreschi e oggetti d'arte che l'Unesco tutela dal 2004. Cerveteri, l'antica Caere, è un'accogliente cittadina circondata da testimonianze etrusche e da grandi necropoli, in particolare dalla monumentale Banditaccia, la più imponente, nel tratto di terra tra il fosso Manganello e il fosso Vaccina, in direzione di Monte Romano. La necropoli custodisce migliaia di tombe, anche se la parte visitabile è solo una piccola area con 400 tumuli che vanno dall'IX al III secolo a.C. e sono formate da una struttura circolare di tufo che al suo interno ricostruisce la casa del defunto con stanze e un corridoio per accedervi.
    Anche l'antica città di Tarquinia è ricca di testimonianze etrusche: circondata dalla suggestiva necropoli di Monterozzi, custodisce tesori artistici - palazzo Vitelleschi con il museo nazionale etrusco e la chiesa di santa Maria in Castello del XII secolo - e tre punti belvedere da dove lo sguardo spazia da Civitavecchia all'Argentario. La necropoli di Tarquinia presenta tombe decorate con pitture che hanno permesso agli studiosi di capire l'evoluzione, gli usi e i costumi della sorprendente civiltà. Con i biglietti d'entrata alle due necropoli si visitano anche i rispettivi musei etruschi.
    Infine, rientrano tra i beni naturali dell'Unesco dal 2017 anche la foresta di Monte Raschio (Oriolo Romano) e quella di Monte Cimino che fanno parte delle Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa. Il riconoscimento è stato conferito per l'unicità degli aspetti ecologici e strutturali degli alberi, alti fino a 50 metri, inseriti in un contesto naturale bellissimo e da proteggere. Tra i beni immateriali, invece, si segnala la macchina di santa Rosa a Viterbo, un baldacchino alto 30 metri che porta in cima la statua della Santa, patrona della città, e che la sera del 3 settembre viene portato in processione a spalla per le vie del centro storico da circa 100 uomini chiamati i "facchini di santa Rosa".
    Per maggiori informazioni: www.unesco.it e www.visitlazio.com (ANSA).
   

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