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Cinesi pazzi per l'Italia, +8,2% nel 2019

 ROMA "Oggi sono 150 milioni i turisti che dalla Cina vanno all'estero. Nel 2030 si calcola saranno addirittura 400, più degli americani. E l'Italia è tra le mete più ambite". A raccontarlo è il Presidente Sezione Industria del Turismo e Tempo libero di Unindustria, Stefano Fiori, oggi al convegno Turismo Italia-Cina: pronti a partire? Le nuove frontiere di un trend in crescita, promosso da Associazione Civita e Unindustria in vista del 2020 Anno della cultura e del Turismo tra Italia e Cina.
    "I flussi cinesi in continuo aumento sono una grande opportunità per il nostro paese e la cultura è un forte strumento di coesione sociale e un motore do sviluppo economico", spiega Simonetta Giordani, vicepresidente Comitato Strategico di Civita.
    "Tranquillizziamoci però - esorta Fiori - La metà di quei 150 milioni di turisti (149 per l'esattezza) è diretta a Macao e Hong Kong, solo 6 milioni arrivano fino in Europa". In Italia, specifica il Presidente Enit, Giorgio Palmucci, "sono 5 milioni di presenze nel 2018, ovvero il 2,4% degli arrivi internazionali". Nulla ancora rispetto ai "57 milioni di tedeschi" ogni anno pazzi per l'Italia, ma i numeri sono destinati a crescere con un "+8,2% già nel primo semestre del 2019 - prosegue Fiori - Il turista cinese, poi, sta cambiando.
    Noi abbiamo l'immagine dei grandi gruppi e invece i cinesi viaggiano sempre più su base individuale. C'è anche il fenomeno dei Millennials, ragazzi di 25 anni che hanno già viaggiato, una volta su tre e almeno sei volte all'estero. E amano usi e costumi del nostro paese. Cosa cercano? Le stesse cose che vuole turista italiano: provare esperienze, quindi la gastronomia, l'entertainment, gli spettacoli". Altro luogo comune da sfatare, il cinese è anche un turista che mette volentieri mano al portafoglio. "La sua spesa media quando viaggia - sottolinea ancora Fiori - è di 2 mila dollari, cifra che lo pone tra quelli che spendono di più". 
   

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