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Gehry, "Ecco come ridisegno il museo di Philadelphia"

(ANSA) - NEW YORK, 21 SET - Come ridisegnare un museo senza toccare gli esterni, ed e' un paradosso che a farlo adesso sia Frank Gehry, uno dei geni dell'architettura contemporanea, celebre per le immagini svolazzanti di iconici edifici come la Disney Hall di Los Angeles o il Guggenheim di Bilbao. A Filadelfia Gehry sta smontando e ricostruendo dall'interno il cuore del Philadelphia Museum of Arts. Il maestoso edificio Beaux Arts firmato nel 1928 da Horace Trumbauer e Julian Abele "aveva ossa eleganti che meritavano di essere risvegliate ma un auditorium centrale aggiunto successivamente ne ostruiva le arterie, ostacolandone la circolazione", dice all'ANSA il 91enne architetto premio Pritzker con la passione del medico che sta riportando in salute un organismo vivente. Uno dei primi risultati di un processo in piu' tappe e' stato raggiunto: la riapertura della porta nord, che si affaccia sulla strada, recuperando spazi che per 40 anni erano rimasti fuori dagli occhi del pubblico. In totale Gehry ha restituito al pubblico oltre duemila metri quadri di spazio utilizzabile che diventeranno quasi novemila il prossimo autunno. Tra un anno, quando il progetto da 228 milioni di dollari verrà completato, ci sara' anche un "Forum", una piazza interna, che permetterà di vedere attraverso l'intero edificio, facendo entrare luce e spettacolari panoramiche sullo skyline della citta'. Famoso per la scalinata di "Rocky" e per una collezione enciclopedica di 240 mila oggetti, il Philadelphia Museum of Arts dalle facciate in stile Greek Revival si erge su una collina, quasi un Partenone americano. L'ingresso nord era chiuso al pubblico dal 1975: ora permette di accedere al museo all'altezza della strada aprono su un corridoio, finora usato come deposito, che corre per 200 metri lungo tutta la lunghezza nord-sud della costruzione. "Gehry ha rinnovato lo spazio con un tocco contemporaneo rispettando la visione di Trumbauer e Abele", spiega il direttore del museo, Timothy Rub.
    "L'investimento maggiore e' stato fatto per aggiornare i sistemi interni, tutti nascosti agli occhi del pubblico ma vitali per la conservazione delle collezioni", aggiunge la presidente Gail Hannity che lavorava al Guggenheim all'epoca di Bilbao e ha fatto da tramite per portare Gehry a bordo. Per l'architetto e' il secondo intervento su un edificio storico, dopo il Norton Simon di Pasadena, in cui la sfida era di portare il lavoro dei predecessori in linea con esigenze estetiche e strutturali contemporanee. "Non prevedevo che avrei passato tanto tempo a riportare in vita quel che aveva fatto un altro architetto", spiega Gehry: "Ma per il pubblico sara' una esperienza analoga a Bilbao anche se non visibile dall'esterno".
    Il tutto all'insegna della sostenibilita': l'edificio rinnovato con tutti i suoi nuovi spazi consentira' una riduzione di un quarto dei consumi di energia.
   

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