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Vini, arte e storia in 5 destinazioni europee

   Camminare tra i vigneti e fermarsi ad assaporare i prodotti locali; inebriarsi con il profumo dei mosti e farsi coinvolgere dalle feste per le vendemmie: settembre è il mese che esalta la bellezza delle vigne e permette di scoprire borghi e tesori artistici che ricoprono le tante aree vinicole d’Europa. Ecco un itinerario alla scoperta di 5 territori, alcuni poco conosciuti e da abbinare a visite alle città, e altri con proposte originali e divertenti come quelle del

Collio friulano, dove è possibile perdersi tra i vigneti a bordo di una vespa gialla. L’iniziativa è partita da Zorgniotti di Cormons che noleggia vespe a ore, da prenotare solo se si va di domenica (www.turismofvg.it): è un modo simpatico di percorrere le stradine tra le vigne e di riscoprire la bontà dei vini bianchi che imperano in questa terra goriziana, al confine con la Slovenia. Pinot nero e grigio, ribolla, sauvignon, malvasia e chardonnay: le degustazioni ruotano intorno a questi eccellenti vini, proposti dalle cantine sparse tra le colline, che nascondono piccoli e accoglienti borghi con le case in pietra e le chiese affrescate. Lungo le strade del Collio sono tanti i castelli e le aziende da visitare e altrettanto numerose le strutture che ospitano i viaggiatori: alberghi trasformati in resort con ristoranti stellati e osterie raffinate dove si degustano le prelibatezze locali, tra cui il celebre prosciutto cotto nel pane. Da Gorizia ci si dirige verso nord fino al borgo di Oslavia, che ospita il sacrario militare, complesso monumentale eretto nel 1938 per i caduti della prima guerra mondiale. Da qui si arriva a San Floriano del Collio, uno dei centri vinicoli più importanti della zona, famoso per il castello del XV secolo che fu la residenza dei baroni Formentini dalla metà del XIX secolo. Annessa al castello si trova la cantina Formentini, sede del museo del vino, che espone reperti e materiali inerenti alla viticoltura e una biblioteca specializzata. Da qui l’itinerario scende verso il fiume Isonzo fino a Gradisca, importante centro di produzione di vini doc friulani con interessanti monumenti da visitare come il seicentesco palazzo Torriani, sede del Comune e della galleria regionale d’arte contemporanea, e il duomo con notevoli opere al suo interno. Da Gradisca d’Isonzo si risale verso il Collio fino a Capriva del Friuli, città famosa per il castello di Spessa, sede di un agriturismo e di un’azienda vinicola, le cui cantine sono ricavate in un bunker militare realizzato durante la prima guerra mondiale; è l’indirizzo ideale per chi alla passione del vino unisce quella del golf. Oggi le cantine medievali del castello, frequentato anche dal celebre scrittore Giacomo Casanova, sono aperte per visite, degustazioni e acquisti di vini ma anche di grappe e altri prodotti del territorio. Poco distante sorge Cormòns, deliziosa città ricca di angoli da scoprire: dal monumento dedicato all’imperatore asburgico Massimiliano I in piazza della Libertà a palazzo Devetag, sede della biblioteca civica, e al duomo, al cui interno sono conservati altari del XVIII secolo e alcune pale dipinte dal pittore goriziano Giuseppe Tominz. Bellissime sono anche le chiese di sant’Apollonia con affreschi del Cinquecento, di santa Caterina e di san Giovanni Battista del XVI secolo. Ma Cormòns è famoso soprattutto per il “vino della pace”, prodotto con le uve della Vigna del Mondo che ospita più di 400 vitigni provenienti da tutto il pianeta. Le etichette delle bottiglie, inviate ai capi di Stato, sono disegnate da artisti di fama internazionale. Dal 23 al 27 ottobre, inoltre, si svolge il Jazz & Wine of Peace Festival, appuntamento atteso da appassionati di musica jazz e da chi apprezza gli ottimi vini bianchi locali che il circolo culturale Controtempo propone nelle più belle e importanti aziende vinicole del Collio e in alcuni luoghi della cittadina. Procedendo verso nord si giunge a Dolegna del Collio, il cui abitato sorge in una conca collinare, un tempo contesa tra i conti di Gorizia e i patriarchi di Aquileia; dei tanti manieri che circondavano la città è rimasto soltanto il castello di Trussio, oggi residenza di campagna e sede del ristorante “Aquila d’Oro”; sempre nei dintorni, tra frutteti e orti, merita una sosta il ristorante stellato “L’argine a Vencò” della celebre chef Antonia Klugmann.

Superato il confine sloveno il Collio prende il nome di Goriška Brda: è un territorio generoso e ricco di castelli, di ville rinascimentali e di vigneti con coltivazioni biologiche, attente alla qualità e che sfruttano il terreno carsico e il clima mediterraneo della zona. Per conoscere la regione (www.slovenia.info) si parte da Nova Gorica dove si può visitare il bellissimo monastero di Kostanjevica, antico e suggestivo, che racchiude monumentali sepolcri di alcuni membri della famiglia Borbone e un’interessante biblioteca. Da qui partono tante strade che raggiungono deliziosi borghi con chiese bianche e case in pietra circondate da pergolati; si seguono le morbide colline ricoperte di vigneti e di piccoli boschi mentre sullo sfondo si stagliano, imponenti, i profili delle Alpi Giulie. Anche in questa zona del Collio sloveno sono nate strade del vino e percorsi suddivisi in tappe del gusto che permettono di attraversare in bicicletta o in auto centri abitati, vigneti con case vinicole, agriturismo e cantine dove fare degustazioni, colline e panorami bellissimi che invitano alla sosta e alla degustazione dei sauvignon blanc, degli chardonnay, dei pinot grigi e bianchi, dei merlot e pinot neri e soprattutto del rebula (la nostra ribolla) e del terrano, vino dal gusto pieno e robusto. In direzione nord il primo centro da visitare è Dobrovo con un castello del Seicento immerso tra i vigneti e con saloni che ospitano pitture, stemmi e una raccolta di quadri dell’artista sloveno Zoran Music. Il centro sorge ai piedi del monte Sabotino, teatro di grandi scontri durante la prima guerra mondiale, dove oggi invece si organizzano passeggiate e trekking tra i boschi e luoghi con cantine dove sostare. Non lontano c’è l’incantevole paesino medievale di Šmartno o San Martino, con le sue imponenti mura di cinta e le strade ricche di atmosfera, e, sempre a nord, la torre panoramica Gonja?e, accanto all’omonimo monumento dedicato alle vittime della seconda guerra mondiale. Dalla sommità della torre, alta 24 metri, quando il tempo è bello e l’aria è tersa, si gode di un panorama davvero meraviglioso, che si estende dalle Dolomiti al golfo di Trieste.

Viaggiando verso est si arriva in Serbia, un Paese ancora tutto da scoprire tra città d’arte, vigneti e monasteri. La regione vinicola più interessante è la Vojvodina, stretta tra Croazia, Ungheria e Romania, con la città di Novi Sad come luogo di partenza. Il centro storico di Novi Sad, quest’anno capitale europea della Gioventù e capitale europea della Cultura nel 2021, è una continua sorpresa: Trg Slobode, la piazza della Libertà, è il cuore della città, un tempo luogo del mercato e oggi dominata dal municipio neobarocco e dalla cattedrale neogotica di santa Maria. Da qui si aprono le vie Dunavska e Zmaj Jovina, piene di localini, negozi e ristoranti che si affacciano da palazzi asburgici dai tenui colori pastello. Domina la città la fortezza di Petrovaradin, che ancora conserva 16 chilometri di gallerie sotterranee su quattro piani e la torre dell’orologio con le lancette curiosamente invertite: la lancetta più grande indica le ore e quella piccola i minuti. All’interno di un bastione negli anni Sessanta è nato uno spazio espositivo molto interessante. Poco fuori da Novi Sad si viaggia nel magnifico paesaggio collinare della Vojvodina con vigneti e antichi monasteri nascosti tra i campi di grano e di girasoli. Eremi e monasteri risalgono al XIV secolo, costruiti per salvaguardare la cultura serba dai turchi; dei 35 originali, se ne visitano 16, tra cui il suggestivo Krušedol, che risale al 1516 e conserva preziosi affreschi raffiguranti eventi biblici e le tombe di sovrani che hanno fatto la storia della Serbia. Un’altra tappa è Sremski Karlovci, piccolo borgo ricoperto di chiese barocche e di cantine, come la “Vinarija Bajilo” dove si producono ottimi vini tra cui il liquoroso Bermet, ottenuto con la macerazione nel vino rosso o bianco di una trentina di erbe medicinali e di spezie. Era amato dai nobili austro-ungarici e figurava persino nella carta dei vini a bordo del Titanic. Un altro luogo da non mancare è Subotica, cittadina ricca di tesori Art Nouveau, a partire dal municipio Gradska Kuca; nei dintorni è consigliabile fare degustazioni nella cantina “Winery Zvonko Bogdan” e nella piccola e tradizionale “Vinski Dvor”.

 

Spostandoci nell’Europa occidentale c’è una regione vinicola che merita di essere scoperta per i suoi tesori architettonici e per provare i deliziosi prodotti enogastronomici locali: l’Alentejo, nell’entroterra di Lisbona, che ospita immense pianure ricoperte di campi di grano, di ulivi, di vigneti, di querce da sughero e di fattorie bianche di calce. Qui (www.visitportugal.com) è nata la strada del vino dell’Alentejo, un suggestivo percorso diviso in 8 aree doc (Vinho Regional Alentejano, Portalegre, Borba, Redondo, Reguengos, Vidigueira, Évora, Granja/Amareleja e Moura), che si estende per tutta la regione correndo lungo le pianure dalla Serra de Sao Mamede, ai confini con la Spagna, fino alla zona di Magros, nei pressi del Parque Natural do Vale do Guadiana. Le principali cantine dell’Alentejo producono vini di alta qualità, grazie alla costante presenza di sole e alle attente coltivazioni tradizionali. Oltre al Vinho Regional, infatti, ci sono bianchi aromatici e rossi intensi e robusti. Percorrendo la strada si apprezza anche la capitale Évora, dal passato glorioso e ricco che con le sue stradine, le piazzette intime, le fontane rinascimentali e i portali gotici è patrimonio mondiale dell’Umanità. Lungo la strada è possibile scovare deliziosi borghi e cittadine d’arte dal sapore antico e dalle testimonianze architettoniche ricche di storia, come Monsaraz, elegante borgo situato sopra un colle e protetto da un castello del XIV secolo. E’ uno dei centri abitati più antichi del sud del Portogallo, chiamato anche “museo vivente”: entrando nel cuore della cittadina si ha, infatti, la sensazione di compiere un viaggio nel passato, dal megalitico alla civiltà romana e al Medioevo. La strada principale attraversa tutto il borgo e arriva fino al castello da dove si gode il miglior panorama di Monsaraz con le strane forme delle vie, gli edifici abbelliti da grandi comignoli, i tetti rossi e le pareti di calce bianca, accecante. Un altro punto panoramico è la piazza principale, Dom Nuno Álvares, dove si trovano tutti i monumenti più interessanti: l’austera chiesa di santa Maria da Lagoa, la cinquecentesca Casa da Misericordia, l’elegante edificio del turismo locale con un bel portico a tre archi e l’antica Domus Municipalis che ospitava il tribunale medievale e che oggi è un piccolo museo. Non lontano dal parco della Serra de Ossa sorge Estremoz, incantevole borgo protetto da fortificazioni seicentesche, famosa per la produzione delle ceramiche. Nella piazza del Rossio, cuore della città, ogni sabato si svolge il più famoso mercato portoghese di ceramiche e azulejos dipinti a mano. Belli sono gli edifici manuelini della città alta, uno dei quali, il palazzo reale che Dinis I regalò alla moglie Isabel, è stato trasformato in un’accogliente ed elegante pousada, caratteristico albergo di charme.

Nell’Europa centrale, infine, si trova una zona vinicola molto interessante, ospitata nella regione del Baden-Württemberg e incentrata nella città di Stoccarda (www.stuttgart-tourist.de/it). Adagiata in una conca e circondata da colline ricoperte da vigneti e da giardini con eleganti ville, la città è un buon punto di partenza per visitare la regione e le sue cantine. La prima cosa da fare a Stoccarda è percorrere a piedi le “Stäffele”, le ripide gradinate che un tempo servivano ai vignaioli per raggiungere in fretta il centro: 407 ripidi gradini portano alla collina della Karlshöhe ma, una volta arrivati in alto, il panorama sulla città ripaga di tutte le fatiche, soprattutto se ci si ferma nella terrazza del Biergarten Tschechen & Söhne a degustare i vini e l’ottima gastronomia sveva, immersi in un parco in stile inglese, tra alberi, piccoli corsi d’acqua e fontane in pietra. Anche la salita al quartiere Degerloch da Marienplatz è ricca di sorprese: si sale a bordo del trenino a cremagliera Zahnradbahn, uno dei pochi ancora esistenti in Germania, e si scende alla quarta fermata, Haigst, da dove si raggiunge piazza Santiago de Chile per ammirare la città e i suoi meravigliosi vigneti, minuscole vigne private racchiuse tra mura antiche, stradine acciottolate e boschi. Stoccarda è con Vienna l’unica grande città d’Europa dove i vigneti arrivano fino al centro storico e producono eccellenti rossi e bianchi fruttati, come i trollinger, i riesling e i sauvignon. La vendemmia è fatta quasi esclusivamente a mano e i vini si degustano nei classici quartini svevi con il manico, come per le birre artigianali. Ovunque spuntano le tipiche locande locali, le “Besenwirtschaften”, riconoscibili da una scopa appesa alla porta, dove degustare i vini, anche quelli novelli, accompagnati dai caratteristici ravioli di carne e dagli gnocchetti al formaggio.

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