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A Ostia antica i bronzi del panificio

  PARCO DI OSTIA ANTICA -  L'Ercole fanciullo che porta in testa una pelle di leone e nella mano sinistra i pomi delle Esperidi, allusione ad una delle sue leggendarie fatiche. Ma anche la raffinata statuina di un lare, divinità del focolare che proteggeva la vita domestica. O il piccolo busto con il ritratto di un giovane africano. Venti piccoli bronzi romani scelti dall'archeologa Paola Germoni tra quelli riportati alla luce nel 1913 a Ostia dall'archeologo Guido Calza raccontano da domani nella Sala XI del Museo Ostiense particolari di vita di una agiata famiglia romana.

Secondo appuntamento dell'iniziativa Eppur si espone lanciata dal Parco Archeologico di Ostia Antica, la mostra accentra la sua attenzione su una serie di manufatti databili tra il I ed il III secolo, rinvenuti tutti nello stesso ambiente di uno dei maggiori panifici di Ostia antica, un edificio imponente dove è stato riconosciuto anche un impianto per la produzione del pane, che ha avuto una continuità di circa due secoli. La sua disastrosa rovina, raccontano gli archeologi, si deve ad un incendio, in seguito al quale crollarono i piani superiori dell'edificio, sigillando i pochi oggetti sfuggiti alle fiamme, tra cui i bronzetti adesso esposti.
 

Nascosti per 1600 anni nelle macerie del panificio, i bronzi facevano parte di una collezione eterogenea composta da raffigurazioni di divinità e di animali in miniatura, tra cui, particolarmente interessanti, uno scorpione e un serpente elegantemente avvolto nelle sue spire. Forse si trattava proprio di arredi domestici crollati dal piano superiore dove gli archeologi hanno ricostruito la presenza di un appartamento, ma è anche possibile, visto il gran numero di oggetti, che ci fosse in quell'edificio , oltre alla panetteria, anche una officina per la lavorazione dei metalli. In ogni modo, sottolineano dal Parco, si tratta di un prezioso campione dei circa 1500 bronzi custoditi nei Depositi Ostiensi.

    Lanciata alla fine di giugno, l'iniziativa del Parco, "Eppure si Espone, un'opera al mese dai depositi al Museo Ostiense" è coordinata dall'archeologa Cristina Genovese. Fino alla fine dell'anno, sempre nella Sala XI, riallestita secondo linee progettuali che si estenderanno via via all'intero museosi avvicenderanno capolavori di diverso genere artistico e storico, tutti provenienti dai depositi di Ostia Antica: pittura e scultura, bronzi e avori, reperti ceramici di uso quotidiano.
   

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