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Le vacanze al mare dei grandi artisti

E’ tempo di vacanze, di staccare la spina e di ricaricare mente e corpo in luoghi lontani, insoliti, esotici o semplicemente diversi dalla quotidianità. Anche gli artisti in passato erano soliti cercare luoghi dove trascorrere del tempo per nutrire il proprio spirito e la propria vena creativa. Ecco dove andavano in vacanza nel secolo scorso alcuni tra gli artisti più famosi e popolari e quanta influenza e ispirazione abbiano avuto le località di villeggiatura nelle loro opere.

Nell’estate del 1914 il pittore spagnolo Pablo Picasso scelse di recarsi con alcuni amici e con Olga, all’epoca ancora sua moglie, nel sud della Francia, ad Avignone. Qui, sedotto dall’atmosfera e dalla luce provenzali, dipinse molte opere. Nell’estate del 1920 scelse di spostarsi a Juan-les-Pins dove scoprì la vicina Antibes, una della località francese tra le più belle e suggestive della Costa Azzurra, e si innamorò perdutamente del borgo, della sua luce e dei suoi colori. Vi tornò ogni estate fino allo scoppio della seconda guerra mondiale e poi nel 1946, assieme all’amante François Gilot. Di giorno trascorrevano ore piacevoli sulle più belle spiagge della costa e di notte il pittore si ritirava nel castello Grimaldi di Cagnes-sur-Mer a dipingere. Qui realizzò una settantina d’opere, tra tele, ceramiche e disegni, che poi regalò allo Chateau, oggi trasformato in un centro espositivo e museo d’arte moderna.

In Costa Azzurra trascorrevano le vacanze molti pittori, scrittori e intellettuali. Tra i tanti nomi c’è anche quello di Francis Scott Fitzgerald che amava così tanto il sud della Francia che decise di trasferirvisi con la famiglia. Scelse Nizza dove soggiornò nel celebre e lussuoso hotel Negresco. Erano gli anni Venti e nella vivace città francese Fitzgerald non si perdeva mai una festa: l’atmosfera luccicante e spensierata di quelle serate influenzarono lo stile letterario dello scrittore, soprattutto per il romanzo “Il grande Gatsby”, pubblicato nel 1925.

La famiglia di Salvador Dalì scelse di trascorrere le vacanze estive a Cadaqués, delizioso villaggio di pescatori vicino a casa loro, a Figuera, in Costa Brava. L’artista catalano era giovane ma se ne era già innamorato perdutamente: lo dipinse in stile impressionista con gli uliveti e le case bianche come sfondo, e lo trasformò nel proprio luogo del cuore. Qui, nell’estate del 1929 conobbe Gala, la sua futura sposa e prolifica musa, e insieme si stabilirono permanentemente, comprando un cottage sulla spiaggia di Port Lligat con una vista spettacolare sul Mediterraneo. Il maestro del surrealismo definì Cadaqués «più bel posto del mondo».

E’ la Tunisia il luogo di vacanza scelto dal pittore tedesco Paul Klee nel 1914 assieme ad alcuni amici; trascorse due settimane in giro per il Paese africano e soggiornò in luoghi ricchi di fascino come Kairouan, che influenzò moltissimo il suo stile. Fissò in disegni e acquarelli tutti i mirabili paesaggi che attraversava, di cui colse soprattutto i vibranti colori. Il celebre artista astrattista non tornò mai più in Tunisia ma quell’esperienza nel Nordafrica rimase impressa nella sua pittura. Qualche anno più tardi, ad agosto del 1930, scelse un’altra località di villeggiatura che frequentò assieme ad altri artisti e scrittori: Viareggio. All’epoca la città versiliese era molto vivace e il pittore scelse di alloggiare per due settimane all’hotel Florence; qui scrisse lettere alla moglie, rimasta in Svizzera, raccontando di serate nei ristorantini, di bagni al mare e di passeggiate a Forte dei Marmi e a Lucca.

A Viareggio soggiornò anche lo scrittore e poeta Gabriele D’Annunzio: dapprima con Eleonora Duse nell’estate tra il 1898 e il 1902, e poi nel 1906, quando il Vate trascorse un’estate nella suntuosa villa La Versiliana, a Pietrasanta, dove scrisse “Alcyone”. Amava la spiaggia sabbiosa della località toscana dove, si racconta, cavalcava nudo lungo la battigia, accompagnato dai suoi 29 cani.

Dal 1907 al 1914 lo scrittore francese Marcel Proust andò in vacanza a Cabourg, cittadina sul mare della Normandia, che divenne il suo abituale luogo di villeggiatura tra grandi alberghi, villaggi, cattedrali gotiche, lunghe spiagge bianche e scogliere a picco sul mare. Molti anni più tardi la sofisticata località di villeggiatura dedicò all’autore della “Recherche” una promenade lunga più di tre chilometri sul lungomare con le cabinette in tela, bianche e azzurre, sotto le quali prendere il sole riparandosi dal vento. A Cabourg lo scrittore alloggiava al Grand Hotel: prenotava sempre la stanza numero 414 al quarto e ultimo piano, che ora è diventata un museo con i ricordi dello scrittore, ricostruita con mobili, letto, suppellettili e tende dell’epoca. Le camere attigue erano riservate alla madre e alla nonna dell’autore. Qui lo scrittore ambientò molte pagine dei suoi romanzi e oggi l’albergo ha dedicato allo scrittore anche un busto in bronzo alla reception e il ristorante Balbec, luogo immaginario di Proust.

Pont-l’Évêque e Trouville-sur-Mer, sempre in Normandia, furono i luoghi di villeggiatura di Gustave Flaubert, lo scrittore di “Madame Bovary” che viveva a Rouen e che nel 1847 scelse le vicine località del Calvados dopo aver pernottato in una casa immersa nel verde accanto a un bellissimo lago, a Pont-l’Évêque. Nei dintorni lo scrittore amava recarsi nel parco naturale della Normandia, che molto influenzò la sua vena naturalista.

Nell’estate del 1883 il celebre pittore impressionista Claude Monet si recò con l’amico artista Renoir a Bordighera, sulla Riviera di Ponente in Liguria. Fu un soggiorno molto piacevole per entrambi ma Monet rimase talmente stregato dalla bellezza dei colori e dalla luce dei paesaggi circostanti che decise di ritornarci da solo, nel gennaio del 1884. Si stabilì alla pensione Anglaise dove, come scrisse in alcune lettere al suo mercante parigino, «penso di realizzare cose interessanti giacché qui tutto è bellezza e il tempo è superbo». Lavorò spesso en plein air, colpito dalla forza e dalla magia dei colori del mare, delle palme e dei tanti giardini presente nella cittadina ligure; soprattutto del giardino Moreno dove«tutte le piante dell’universo sembrano crescervi spontaneamente». Ritrasse molti angoli di Bordighera e del suo entroterra; in particolare fu sedotto dalla bellezza di Dolceacqua, un paesino medievale abbarbicato su uno sperone roccioso, arrivando a dipingere in poco più di 2 mesi di permanenza 50 opere. Recentemente la città ligure ha intitolato a Claude Monet alcune aree verdi che sono parte degli ex giardini Moreno.

I ricordi più vividi e sereni di Adeline Virginia Woolf, scrittrice di romanzi e racconti e attivista britannica, erano legati a Saint Ives, in Cornovaglia, dove la famiglia passò ogni estate fino al 1895. Qui la scrittrice fece importanti conoscenze, come gli scrittori George Meredith e Henry James, e trascorse momenti felici nella suggestiva località, tra il piccolo porto e le lunghe spiagge sabbiose. La residenza estiva della Woolf, Talland House, dominava la baia di Porthminster; molti paesaggi della cittadina rivierasca ritornano nei suoi racconti, come uno dei suoi scritti di maggior successo, “Gita al faro”. Nel 1895, a soli 13 anni Virginia perse la madre e il padre, duramente colpito dalla perdita, vendette la casa al mare.

Negli anni Sessanta Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Enzo Siciliano e altri amici artisti scelsero per le loro vacanze estive Sabaudia, località selvaggia e struggente con le sue dune e la

 

macchia mediterranea. Dalla vegetazione della località dominata dal monte Circeo spuntavano ville prese in affitto da attori, scrittori e registi, che cercavano un luogo più tranquillo e isolato rispetto alla caotica Fregene, vicina alla capitale. Abbandonato il capanno del villaggio dei pescatori, a ridosso dell’Arrone, Moravia si spostò con gli amici a Sabaudia, dove conduceva una vita molto tranquilla e riposante: lavorava al mattino, scendeva in spiaggia a passeggiare e, quando era possibile, a raccogliere telline; nel pomeriggio faceva la spesa al mercato e tornava a casa a cucinare per sé e per gli amici. I primi anni abitò in una casa presa in affitto con Dacia Maraini, poi acquistò una villa, costruita accanto a quella di Pasolini. «Sabaudia, questa città in stile razionale, non parla alla ragione bensì all’immaginazione... mi ricorda l’Africa, per me la cosa più bella che esiste al mondo». Così scriveva Alberto Moravia che scelse la località del Circeo come meta di riflessioni e di soggiorni ristoratori nella sua “villa del venerdì”, situata tra le dune del litorale.

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