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'Il canto del tempo', Bassiri in musica

NAPOLI - Un evento che unisce diverse espressioni artistiche e consente di viverle pienamente grazie a suggestioni reciproche. "Un esempio di arte totale, perché unisce la rappresentazione con valenza tattile alla poesia, e alla musica che è invisibile". Così Anna Imponente, direttore del Polo Museale della Campania, definisce "Il canto del tempo.
    Evento manifesto del pensiero magmatico", in programma domani, giovedì 27 giugno a Napoli, nella Certosa di San Martino, alle 19. Opere di Bizhan Bassiri, scultore e poeta iraniano, insieme alla voce di Alessandro Guerzoni (basso) accompagnata alla chitarra da Luca Fusco su musiche di Stefano Taglietti e Nicola Sani, momento musicale preceduto da una lettura di Bruno Corà.
    Una performance, spiega Imponente, "preludio alla mostra che inaugureremo il 5 luglio, 'Vesuvio quotidiano, Vesuvio universale'" con opere dal Cinquecento all'arte contemporanea. "E' un esperimento molto interessante - commenta Imponente - perché crea uno shock tra il barocco della chiesa che guarda verso il cielo e una cultura diversa con il suo senso di immanenza, che dal cosmo arriva sulla terra; ecco i due 'Meteoriti' di Bassiri in materiale lavico bronzato all'esterno della chiesa della Certosa e uno rosso all'interno, al centro della navata". Il pubblico assisterà dalle cappelle laterali e l'attenzione si concentrerà su 'Evaporazione rossa', opera di Bassiri collocata a dominare la navata. "Trovandomi per la prima volta sul cratere, ho sentito la condizione magmatica come fosse il sangue che circolava nelle vene e il cervello nella sua condizione creativa. Da allora, sono ospite di questo tempio dove i fantasmi prendono corpo e le pietre paiono somme animali": scrive Bassiri nell'introduzione al 'manifesto'.
    Guerzoni, in tunica chiara, si posizionerà al di sotto del grande disco rosso; interessante ed entusiasmante novità anche per lui, la performance di domani. Nato a Pescara, ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo con un repertorio che vede, tra gli altri, i ruoli di Timur in Turandot di Puccini diretto da Zubin Mehta al Maggio Musicale a Firenze; Raimondo nella Lucia di Lammermoor di G.Donizetti al Regio di Torino, regia di G.Vick diretto da Campanella, il Commendatore nel Don Giovanni diretto da Claudio Abbado regia di Peter Brook ad Aix en Provence. "Da poco - aggiunge Anna Imponente, sottolineando i legami tra le iniziative del Polo Museale - è stata inaugurata nel Museo archeologico di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) una mostra dedicata al culto del dio Mitra, che com'è noto proviene dalla Persia, la terra di Bassiri, un culto attecchito nell'antica Roma e che è segno di inclusione". E nella Certosa, ricorda ancora, "il primo giugno abbiamo avuto l'installazione di arte contemporanea di Maria Dompè 'My name is': sul pavimento della Chiesa delle donne lettura dal vivo di storie di profughi siriani che ora vivono in Campania, il racconto di un'esperienza di inclusione e di ascolto". (ANSA).
   

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