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La collezione Casamonti, da Mirò a Basquiat

FIRENZE - Da Boetti a Bill Viola, passando per Schifano, Mirò e Basquiat e molti altri artisti: nuova stagione per la Collezione Casamonti, lo spazio museale a Firenze, in Palazzo Bartolini Salimbeni, che dall'anno scorso accoglie la raccolta d'arte moderna e contemporanea del gallerista fiorentino Roberto Casamonti. Cambiano le opere in mostra: dopo i capolavori della prima metà del Novecento, dal 26 maggio saranno esposti quelli dagli anni '60 a oggi, secondo un allestimento a cura di Bruno Corà.

Il rinnovo era programmato e già annunciato al momento dell'apertura al pubblico della Collezione: l'obiettivo è mettere a disposizione dei visitatori le opere raccolte dal gallerista in 40 anni di ricerche. Nel nuovo allestimento sarà possibile ammirare, per l'Arte Povera, opere di Penone, Ceroli, Zorio, Merz, Pistoletto, Kounellis, Gilardi, Boetti appunto, Calzolari fino ad arrivare a Pascali. Biasi, Colombo e Bury testimoniano l'Arte cinetica o programmata; Agnetti e Paolini quella concettuale. Per il Nouveau Réalisme la scelta è caduta su Cesar, Arman, Spoerri, Klein, Hains, Christo, mentre Nam June Paik e Chiari testimoniano il movimento Fluxus. Poi la cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo con Schifano, Angeli, Festa, Tacchi, Mambor e Lombardo; la Land Art con Long e Christo; il New Dada con Rauschenberg e Dine. Gilbert&George, Ontani, Marina Abramovi?, Vanessa Beecroft interpretano la Body Art, opere affiancate dal video di Bill Viola; mentre in riferimento alla Pop e Graffiti Art sono presenti Andy Warhol, Keith Haring e Basquiat. Il movimento della Transavanguardia è documentato da Paladino, Clemente, De Maria e Chia.

Con loro la Collezione propone poi una sequenza di altri interpreti tra cui Melotti, Pomodoro, De Dominicis, Parmiggiani, Adami, Marca-Relli, Uncini, Cattelan, Isgrò. Tra i grandi dell'arte internazionale esposte opere di Mirò, Tàpies, Uecker, Kiefer, Kapoor, Cragg. Il livello che connota la Collezione è sempre e comunque personale, si spiega: Roberto Casamonti nel proporre questa sua seconda finestra sull'arte, così come è stato per la prima parte, non si è posto un obiettivo museale, di precisa e completa documentazione storico-artistica. Ha scelto, selezionato, individuato, artisti e opere di suo personale interesse, proponendo una sorta di storia dell'arte del secondo Novecento 'secondo Casamonti', in cui il racconta gusti e valori personali.

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